Nella villa una decina di mezzi rubati e un bunker per nascondere la droga
Operazione dei Carabinieri a Cerignola
Un "tesoretto", che avrebbe fruttato circa due milioni di euro alla criminalità. È quello scoperto dai Carabinieri di Cerignola, entrati in azione dopo lunghe ore di appostamento.
I FURTI. I militari, insospettiti dai movimenti anomali di alcuni noti pregiudicati locali, visti sostare nei pressi della villa di un incensurato, hanno considerato che fosse il caso di fare qualche approfondimento, anche con un servizio di appostamento. Da subito è risultata anomala la concentrazione di mezzi pesanti presenti in uno spiazzo adiacente la villa. Dopo ore di appostamento i militari hanno quindi deciso di intervenire, e gli accertamenti hanno confermato la provenienza furtiva di tutti i mezzi parcheggiati. Si tratta di due autocompattatori, rubati a Lavello e a Gioia del Colle il giorno prima, due furgoni asportati a Cerignola e a Campobasso, tre tir rubati a Termoli, Barletta e Cerignola, un semirimorchio asportato nel dicembre scorso a Porto d’Ascoli, una cisterna di proprietà della Società Autostrade, dieci motori di varie marche e tre cabine di tir. Il valore di tutti i mezzi, tutti con pochi mesi di vita, si aggira intorno al milione e mezzo di euro.
I CONTROLLI. Bloccato il proprietario, identificato poi in Michele Giordano, classe '74, è stata effettuata un’attenta perquisizione anche all’interno della villa. Ed è proprio a questo punto che i militari sono rimasti sorpresi, avendo rinvenuto, ben celato dal mobilio, l'accesso nascosto a un vero e proprio "bunker". All’interno i Carabinieri hanno trovato un borsone pieno di hashish, del peso di circa 40 chili, il cui valore al dettaglio si è stimato essere di 400 mila euro, oltre che vario materiale elettronico per svariate migliaia di euro, ancora imballato, sulla cui provenienza sono ora in corso accertamenti.
I COMPLICI. Il 43enne dovrà rispondere di detenzione ai fini di spaccio di hashish, ricettazione e riciclaggio di automezzi rubati. Le indagini ora proseguono per l’identificazione dei complici e di tutti quelli che dallo stesso si rifornivano dei pezzi di ricambio per i propri automezzi, alimentando così il fiorentissimo mercato clandestino.
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