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NoCap conferma i limiti del bollino: “I nostri progetti regolari ma non possiamo certificare il passato delle aziende”

Annuncia “l’interruzione immediata dei rapporti con l’azienda”, affermando di “aver iniziato la collaborazione con la Op il 2 dicembre 2020”, sebbene la stessa sia stata resa nota sin dal 9 settembre scorso, come dimostra la foto del post che l'Associazione aveva pubblicato sulla propria pagina Facebook ma, poi ha rimosso nella giornata di ieri (link precedente). Coglie l’occasione per confermare i limiti sulla valenza del bollino NO CAP che “viene riconosciuto esclusivamente ai prodotti che coinvolgono la squadra di NO CAP e non certifica in alcun caso il passato dell'azienda, fuori dalla nostra responsabilità e attivitàConsidera “informazioni di stampa confuse e superficiali, strumentalizzazioni sulla nostra azione o distorsioni e valutazioni improprie” alcune notizie riportate dai media e anche da Foggia Città Aperta omettendo, tuttavia, un dato oggettivo: la maxioperazione ‘Principi o Caporali’ ha portato alla luce il sistema di sfruttamento messo in atto da Op Principe di Puglia che faceva parte della filiera etica di NoCap. Di seguito la nota stampa integrale dell’associazione NoCap, a seguito delle risultanze dell’operazione anticaporalato messa a segno dai Carabinieri di Manfredonia.
 
Con profondo sconcerto, abbiamo appreso dalla stampa la gravissima notizia sulle indagini che hanno portato l’azienda O.P. Principe di Puglia soc. cons. agricola s.r.l di Stornara (Fg) ad essere accusata di caporalato e di sfruttamento lavorativo per fatti risalenti alla scorsa estate. Al riguardo, riteniamo doverose alcune precisazioni rispetto al progetto NOCAP “Donne contro il caporalato” che ha visto 8 braccianti impiegate presso la stessa azienda a partire da dicembre 2020. Le lavoratrici in questione, come noto, sono state assunte e retribuite regolarmente nel pieno rispetto dei contratti collettivi di lavoro. Alle braccianti sono stati messi a disposizione anche alloggio, trasporto e servizi alla persona. Preme dunque sottolineare che le attività progettuali hanno riguardato un periodo successivo a quello relativo alle indagini e sono assolutamente estranee alle stesse. Dal momento in cui NOCAP ha iniziato la collaborazione con l’azienda, il 2 dicembre 2020, i prodotti raccolti nella filiera NOCAP erano certificati e garantiti. NOCAP non può sapere cosa sia successo nei mesi precedenti al suo rapporto con l’azienda, specialmente se questa risultava incensurata. Il caporalato è molto diffuso nella provincia di Foggia, così come in molte aree del paese. NOCAP ha come obiettivo di entrare con i propri valori nelle aziende e determinare un percorso virtuoso di legalità, che può monitorare costantemente dal momento in cui è dentro i processi aziendali. Cogliamo l’occasione per ribadire ancora una volta che il bollino NO CAP viene riconosciuto esclusivamente ai prodotti che coinvolgono la squadra di braccianti NO CAP e che siano da noi verificabili, e non certifica in alcun caso il passato dell’azienda, fuori dalla nostra responsabilità ed attività. Dalla nascita dell’Associazione sono centinaia i lavoratori che hanno ricevuto contratti e diritti in contesti territoriali dove questi rappresentano un’utopia. In ogni caso, come ovvio, il nostro regolamento prevede l’interruzione immediata dei rapporti con le aziende nel caso in cui emergano elementi di sfruttamento rispetto alle loro attività generali, anche se precedenti. Non accettiamo quindi che possano crearsi, a causa di informazioni di stampa confuse e superficiali, strumentalizzazioni sulla nostra azione o distorsioni e valutazioni improprie, ciò in primis a tutela delle centinaia di braccianti e delle numerose aziende agricole e della commercializzazione che quotidianamente si impegnano all'interno della rete NoCap per rispettare la legalità in tutte le sue forme e che sono al nostro fianco per creare nuovi modelli di impresa. Approfittiamo infine per ringraziare le forze dell’ordine per il prezioso lavoro svolto. Episodi come quello di oggi confermano ancora di più quanto l’azione di NO CAP sia necessaria per aprire il varco verso la strada della legalità nel lavoro agricolo e non solo.

di Michele Gramazio


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