Ha confessato l’omicida di Franca Marasco, assassinata per 75 euro: “Chiedo scusa alla famiglia e a tutti: non volevo ucciderla”
Si tratta del 43enne Moslli Redouane, trasferito nel carcere di Foggia
Moslli Redouane, 43 anni compiuti proprio oggi – 3 settembre – ha confessato di aver ucciso Franca Marasco la mattina del 28 agosto all’interno della tabaccheria di via Marchese de Rosa, a seguito di una colluttazione avvenuta nel corso di una rapina. Lo rende noto a Foggia Città Aperta il suo avvocato, Nicola Totaro. L’uomo, nei cui confronti è scattato il fermo in attesa di convalida, è stato trasferito presso il carcere di Foggia.
L’INTERROGATORIO. “Non volevo ucciderla, è accaduto qualcosa più grande di me. La mia fede musulmana mi impedisce di far del male a qualcuno. Chiedo scusa alla famiglia e a tutti”. Sono queste le parole che, secondo il racconto del legale Nicola Totaro, ha pronunciato Moslli Redouane nel corso dell’interrogatorio avvenuto presso la caserma dei Carabinieri di Foggia e conclusosi intorno alle 10,30. Durante le domande del pubblico ministero, l’omicida avrebbe anche in diverse occasioni ceduto al pianto.
LA DINAMICA. Nella sua versione dei fatti, Redouane ha raccontato di aver raggiunto l’anziana donna dietro al bancone del tabacchino, impugnando il coltello da cucina e puntandolo alla gola per farsi consegnare l'incasso. Franca Marasco avrebbe fatto alcuni movimenti e, nella concitazione, il rapinatore le avrebbe inferto due fendenti all’addome. A quel punto, l’uomo avrebbe sottratto 75 euro dalla cassa e il cellulare della donna per poi dileguarsi velocemente.
LA FUGA. L’arma del delitto, come era già noto, è stata gettata in strada a pochi metri dall’esercizio commerciale. Il cellulare, invece, sarebbe stato ceduto a una persona incontrata per caso durante la fuga. Secondo quanto riferito agli inquirenti, Moslli Redouane non sarebbe immediatamente fuggito a Napoli non avendo compreso la gravità di quanto commesso e avendo saputo solo dopo alcuni giorni della morte della signora. Nell’immediatezza avrebbe soggiornato in un casolare in agro di Torremaggiore dove dallo scorso luglio lavora in nero come bracciante agricolo. Solo dopo aver appreso la notizia, spaventato, avrebbe deciso di rifugiarsi in Campania.
LA STORIA. Moslli Redouane, di origine marocchina, è in Italia da diversi anni. Ha vissuto in precedenza a Milano “con regolare permesso di soggiorno” come precisa l’avvocato Totaro. Lì, tuttavia, risulta aver commesso un’altra rapina per la quale, come conferma il legale, è stato condannato a una pena di quattro anni, scontata nel carcere di San Vittore. Poi il trasferimento in Sardegna e a Napoli. Dal luglio scorso è giunto nelle campagne di Torremaggiore per lavorare in aziende agricole senza tuttavia regolare contratto, essendo il suo permesso di soggiorno scaduto.
IL COMMENTO. “Si tratta di una storia di degrado” commenta a Foggia Città Aperta l’avvocato Nicola Totaro. “Il mio assistito di certo non voleva uccidere ed è per questo che la nostra difesa proverà a dimostrare che si è trattato di un omicidio preterintenzionale e non volontario". Secondo il legale “quanto è accaduto è frutto di una storia di povertà e di degrado, simile a quella di altre numerose persone, costrette a vivere private di diritti costituzionali e con imprenditori che se ne approfittano. Anche su questi aspetti occorrerebbero maggiori controlli”.
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