Furto al caveau del Banco di Napoli, nei guai finisce anche l'onorevole Lello Di Gioia
Secondo le intercettazioni avrebbe “mediato” con i malviventi per la restituzione di una parte della refurtiva
Non si ferma l’onda dell’indagine Goldfinger che, dopo aver portato all’arresto di 14 persone per il furto milionario (rubato il contenuto di 165 cassette di sicurezza, LEGGI E GUARDA VIDEO) ad una filiale del Banco di Napoli di Foggia, annovera tra le persone coinvolte anche un deputato. A finire nelle carte dell’inchiesta, il parlamentare foggiano (eletto con il Pd) Lello Di Gioia che, secondo quanto riportato stamattina dal quotidiano La Repubblica, avrebbe mediato con i rapinatori per far riavere la refurtiva di una cassetta di sicurezza al legittimo proprietario.
LO CONOSCE O NON LO CONOSCE OLINTO “LUPIN” BONALUMI?. Secondo gli incartamenti, il deputato, che risulta coinvolto ma non indagato, fu fermato dalla polizia una settimana dopo il furto al caveau mentre era insieme al capo della banda, Olinto Bonalumi e ad altri personaggi che avrebbero preso parte alla rapina. A dire del parlamentare – che attualmente presiede la commissione di controllo sugli enti di previdenza e assistenza sociale ed è membro della quinta commissione bilancio, tesoro e programmazione – Bonalumi, conosciuto in ambito criminale con il soprannome di Arsenio Lupin, gli sarebbe stato presentato al termine di un incontro presso il suo comitato elettorale.
“SUGO”, “COTECHINO” E “CINGHIALE”. Ad ogni modo, due mesi dopo l'incontro, stando a quanto rivelano le intercettazioni raccolte dagli inquirenti, Bonalumi e Federico De Matteis (anch'egli arrestato nella maxi operazione Goldfinger) avrebbero raggiunto al telefono, e poi personalmente, il deputato Lello Di Gioia. Quest'ultimo infatti, sarebbe intervenuto in qualità di mediatore per provvedere alla restituzione di una delle cassette di sicurezza rubate, a fronte del pagamento di una non meglio identificata ricompensa (su Repubblica, i due criminali fanno riferimenti in codice, parlando di “sugo”, “cotechino” e “cinghiale”).
LA REDAZIONE ASPETTA UNA DICHIARAZIONE DAL DEPUTATO. Al momento, dopo aver ribadito la propria estraneità ai fatti, il deputato Lello Di Gioia non ha ancora precisato che tipo di rapporto avrebbe avuto con Olinto “Lupin” Bonalumi, affermando di non conoscerlo ma, al contempo, non negando di averlo incontrato per caso. Da questa mattina, la redazione di Foggia Città Aperta sta provando a raccogliere una dichiarazione ufficiale da parte dell'onorevole Di Gioia il quale però, a detta dei propri collaboratori, è impegnato in una serie di incontri istituzionali. La disponibilità a raccogliere una sua versione in merito, considerata l'alta popolarità di cui gode in Capitanata, non solo tra i simpatizzanti del Pd, c'è sempre.
conosceva bene i componenti della banda, e sapeva con sicurezza che erano stati loro a fare il colpo, altrimenti come mai ha mediato per riavere il malloppo, che dice lui è di un suo amico, penso io suo e con carte molto compromettenti. Meno male che gli accertamenti sono stati fatti dalla PS altrimenti con i carabinieri e le sue conoscenze nell'arma avrebbe cercato di insabbiare tutto.
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