Bene, bravi, Decimabis: grosso colpo ai clan ma la zona grigia dormirà ancora tranquilla
Il colpo ai clan è indubbio. Oggettivo. L'operazione è maxi, di nome e di fatto. Tanto da meritare un bis.
Il segnale è positivo. Il rumore della legalità l'hanno sentito tutti, stanotte. Avvertito in città, e non solo. Chapeau. La risposta dello Stato, usando una espressione abusata, ha fatto capolino a Foggia. Peccato, però, che nel presentare un blitz di tutto rispetto, si sia voluto strafare. E citare la "zona grigia", quella famosa area della città borderline, che 'delinque legalmente', l'apparato che decide e impone, che si contamina senza sporcarsi. Quelli, per dirla alla Totò al bar con Peppino, che "rasentano il codice penale ma non ci incappano". Ma a volte, in realtà, sconfinano. E la banda degli onesti si scopre un po' meno onesta. Ci piace pensare che leggendo di zona grigia con l'operazione ancora in corso, qualche brivido sulla schiena a qualcuno di questi 'onesti della zona grigia', sia venuto. Il problema, però, è che quel brivido si sia trasformato ben presto in un solletico. La zona grigia foggiana, quell'insieme di relazioni tra persone e soggetti economici, politici e sociali del mondo legale con le associazioni criminali di stampo mafioso, è stata solo sfiorata. Non può essere l'arresto di un dipendente comunale a rappresentare o essere l'emblema di un "sistema" ma va preso per quello che è: un interessante e importante punto di partenza per tagliare questo cordone di illegalità che stringe Foggia. Perchè la zona grigia c'è, esiste. Anche gli inquirenti ne sono consapevoli, ma oggi è stata solo lambita. Oggi il colpo, duro, è stato inferto ai clan. E arrivi l'applauso allo Stato. Ma se non è bastato il bis, che si faccia anche il tris. Perchè stanotte il volo degli elicotteri ha interrotto il sonno dei giusti, ora provveda a disfare le coperte di quei letti grigi.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.