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Il pentito Villani: “La Società foggiana non voleva uccidere Panunzio ma solo spaventarlo”

Emergono nuove rivelazioni di Patrizio Villani, 45 anni, allevatore di San Marco in Lamis, ritenuto killer della mafia di Foggia e nuovo 'pentito'. Secondo quanto riportato dall'ANSA la 'Societa foggiana' non doveva uccidere ma solo spaventare Giovanni Panunzio l'imprenditore foggiano ucciso il 6 novembre del 1992 perché si rifiutò di pagare alla mafia una tangente da due miliardi di lire.

L'AGGUATO. Villani sostiene di averlo appreso in carcere da Donato Delli Carri che per l'omicidio di Panunzio fu condannato in via definita a 26 anni di reclusione. A dire di Villani, Donato Delli Carri gli avrebbe confidato di essere stato presente la sera dell'agguato al costruttore foggiano compiuto in via Napoli, ma l'obiettivo del commando era solo spaventarlo, mentre Federico Trisciuoglio (all'epoca dei fatti semplice affiliato, poi divenuto capo clan) agì di testa sua e lo ammazzò.

LA FRATTURA TRA I CLAN. Trisciuoglio non è mai stato imputato per l'omicidio di Panunzio. Villani ha aggiunto, inoltre, che fu un esponente del gruppo Francavilla-Sinesi a dire a Trisciuoglio di assumersi la responsabilità dell'omicidio e di scagionare Delli Carri, ma l'uomo si rifiutò. Questo avrebbe creato una frattura interna alla mafia foggiana, un tempo unita ma poi scissa in tre batterie.

L'AFFILIAZIONE. Villani ha dichiarato di essere stato affiliato nel 2009 alla batteria Sinesi - Francavilla in una cerimonia compiuta nel carcere di Foggia e celebrata da un nipote del capo clan Roberto Sinesi (che non era presente). Secondo le sue dichiarazioni, l'affiliazione è avvenuta con un quarto grado, quello che in gergo mafioso viene definito della santà, mentre il capo clan Roberto Sinesi ha il grado più alto, settimo grado: il medaglionè. I Sinesi - racconta il pentito - sarebbero stati affiliati da clan calabresi, mentre i Moretti da ex cutoliani. Villani ha detto ai due pm che percepiva dalla mafia uno stipendio mensile tra i 1500-1800 euro al mese.

L'OMICIDIO TIZZANO. Ha anche confessato di aver compiuto l'omicidio di Roberto Tizzano e il ferimento di Roberto Bruno nell'ottobre 2016 in un bar alla periferia di Foggia, fatti per i quali è stato condannato a 30 anni. Villani ha fatto recuperare agli agenti della Squadra Mobile anche la pistola che, dagli esami balistici, è risultata essere quella utilizzata per commettere l'attentato dell'8 settembre 2016 contro i due figli di Federico Trisciuoglio (rimasti illesi). L'agguato avvenne due giorni dopo il ferimento di Roberto Sinesi (mentre era in auto con il nipotino di 4 anni, rimasto anch'egli ferito). Secondo le dichiarazioni di Villani entrambi gli attentati furono ispirati da un esponente del clan Francavilla perché voleva far sembrare ci fosse una guerra tra Trisciuoglio e Sinesi.

di Redazione 


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