La Rubino Petroli di Torremaggiore coinvolta nell’inchiesta ‘Petrolmafie’: sequestrata l’intera azienda
C’è anche la Rubino Petroli srl di Torremaggiore tra le aziende coinvolte nella maxi inchiesta ‘Petrolmafie’, condotta dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Catanzaro, Reggio Calabria, Napoli e Roma che ha portato all’arresto di 71 persone tra cui numerosi esponenti della 'Ndrangheta. L’intera azienda, dedita al commercio di carburanti, è stata sottoposta a sequestro d’urgenza.
LA SOCIETA’. L’impresa, di proprietà dei fratelli Sabino e Riccardo Rubino, ha stazioni di servizio, oltre che a Torremaggiore, anche a San Paolo di Civitate ed Apricena. Nel corso della ‘Festa del volontariato’ del 2019, organizzata dal Csv di Foggia,è stata premiata per un progetto di inserimento lavorativo. Nello stesso anno la ricerca, condotta dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza e pubblicata ogni anno da Repubblica Affari&Finanza, l’ha posizionata al 21esimo posto in Italia tra le imprese in forte ascesa in termini di fatturato e occupazione.
IL TITOLARE. Proprio a commento di questo risultato l’amministratore Sabino Rubino si era così espresso: “Non ci sono ricette segrete, tranne quelle del sacrificio, della serietà di impresa ed un pizzico di coraggio. Bisogna superare molti ostacoli, bisogna crederci e scegliere personale qualificato e responsabilizzato. I dipendenti devono sentirsi parte integrante del progetto e ricchi di motivazione. Certo non è facile essere imprenditori in questo territorio, ci sono complicazioni ambientali e ostacoli da affrontare, ma si può riuscire”.
IL PRECEDENTE. Qualche anno prima, tuttavia, nel 2014 Sabino Rubino, all’epoca 31 enne era stato arrestato al termine di un’indagine condotta dai carabinieri di Casalnuovo Monterotaro e Castelnuovo della daunia. Un agricoltore fu pestato a sangue da due persone che gli avevano intimato di saldare una fornitura di carburante da 45mila euro. Sabino Rubino fu identificato come il mandante dell’aggressione.
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