Malagiustizia: il boss collegato in videoconferenza non vede nulla, rinviata udienza processo Corona
Il collegamento in videoconferenza con uno degli imputati fa le bizze e l'udienza di appello di uno dei filoni del processo alla mafia foggiana denominato Corona è rinviata di tre mesi, a dopo l'estate.
COLLEGAMENTO DIFETTOSO. È successo al tribunale di Foggia dove lo scorso lunedì era fissata l'udienza di appello nei confronti di otto degli imputati del processo Corona, il procedimento giudiziario partito con l'ordinanza del luglio 2013 che ha portato all'arresto dei boss della criminalità foggiana. Tra gli imputati figura Emiliano Francavilla, esponente dell'omonimo clan, attualmente detenuto nel carcere friulano di Tolmezzo. Il suo diritto a partecipare all'udienza era previsto fosse assicurato da un collegamento in videoconferenza; solo che, per problemi tecnici, all'inizio della seduta l'audio funzionava correttamente mentre al posto delle immagini video sullo schermo vi era uno sfondo completamente nero.
RINVIO OBBLIGATO. All'avvocato Censano, difensore di Francavilla, è bastato eccepire tale impedimento per costringere il giudice a un rinvio. E così, complice la pausa estiva in arrivo, l'udienza è stata spostata di tre mesi, al prossimo 29 settembre. Sempre che per quella data al tribunale abbiano pensato a ripristinare l'apparato di videoconferenza.
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