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Processo Corona, i boss della 'Società' foggiana alla sbarra: fissata l'udienza di appello

Non ci sarà il Comune di Foggia per il ritardo a suo tempo nella costituzione di parte civile

È stata fissata al prossimo lunedì 26 giugno l'udienza di appello nei confronti di otto degli imputati del processo Corona, il procedimento giudiziario partito con l'ordinanza del luglio 2013 che ha portato all'arresto dei boss della criminalità foggiana.

CLAN SINESI-FRANCAVILLA. Gli imputati sono i fratelli Emiliano e Antonello Francavilla, figli di Mario ucciso nel '98 e fratelli di Leonarda - la donna arrestata pochi giorni fa con l'accusa di estorsioni compiute nei confronti del gruppo Proshop -, che nell'aprile scorso furono condannati in primo grado rispettivamente a 10 e 8 anni di reclusione. Vi è poi Mario Lanza, marito della stessa Leonarda Francavilla, condannato a 6 anni e 8 mesi come Francesco Sinesi, figlio del boss Roberto.

CLAN TRISCIUOGLIO. Nel filone del processo, imputati anche Federico Trisciuoglio (4 anni e 8 mesi in primo grado) e i suoi figli Fabio (5 anni e 4 mesi) e Giuseppe (4 anni e 8 mesi). Per tutti loro, il giudice di primo grado ha disposto anche un anno di lavoro presso una colonia agricola al termine di espiazione della pena. Negli otto imputati figura, infine, Ernesto Gatta condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi.

UDIENZA A PORTE CHIUSE. L'operazione fu battezzata “Corona” in quanto considerata dagli inquirenti il coronamento di una serie di indagini nei confronti della mafia foggiana. L'udienza di appello si terrà presso la Corte di Appello di Bari a porte chiuse in camera di consiglio, una procedura espressamente prevista nel rito abbreviato dal codice penale. Le accuse vanno dall'associazione mafiosa al traffico di droga, dalle estorsioni alla detenzione di armi fino al sequestro di persona.

PARTE CIVILE. Alla seduta potranno accedere anche le parti che si sono costituite parte civile, in particolare Sabrina Campaniello, la donna, ex moglie di Emiliano Francavilla, che ha deciso di collaborare con la giustizia. Vi saranno, inoltre, il ministero dell'Interno, la Federazione Antiracket Italiana, il Coordinamento delle Iniziative Antiracket e Antiusura e la Camera di Commercio di Foggia. Mancherà il Comune di Foggia che - come spiegò l'assessore Cangelli - non riuscì a costituirsi in causa per un ritardo nella predisposizione degli atti. L'errore determinò una polemica tra Tano Grasso, presidente dell'associazione antiracket e il sindaco Landella che poi si scusò personalmente con il procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Bari, Giuseppe Volpe.

di Michele Gramazio


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