Tangenti in Comune, Azzariti conferma gli incontri e la richiesta di Landella: “Mi indicò una cifra di 300mila euro, io rifiutai”
“Dopo che l’impresa Gi.One - di cui ero procuratore - presentò una pec al Comune di Foggia per subentrare alla Sitie nel project financing per la pubblica illuminazione, il sindaco Landella mi chiamò e disse che voleva incontrarmi. La prima volta avvenne in via Mandara, successivamente venne presso la mia abitazione. Mi fece segno con la mano per fare una richiesta di 300mila euro, io rifiutai e dal Comune la proposta fu rigettata”.
L’UDIENZA. Il processo a carico, tra gli altri, dell’ex sindaco del Comune di Foggia Franco Landella, accusato di concussione e corruzione, è entrato nel vivo nel corso dell’udienza che si è tenuta stamattina – 24 aprile – presso la Corte d’Assise del Tribunale del capoluogo dauno. Luca Azzariti, il supertestimone chiamato a deporre dinanzi al collegio dei giudici, ha confermato in pieno quanto ha già sostenuto negli interrogatori avvenuti durante la fase inquirente. In aula, a pochi passi da lui, presente proprio Franco Landella insieme alla moglie Daniela Di Donna, anch’ella tra le imputate.
L’ESAME. Luca Azzariti si è sottoposto alla domande dei pm e dei suoi legali. Non ha avuto esitazioni e ha ribadito che, dopo aver presentato una pec al Comune di Foggia nel marzo del 2020, l’istanza si è insabbiata e poco dopo il sindaco ha chiesto di vederlo. Ci fu un primo incontro in zona Macchia Gialla ma è in occasione del secondo, avvenuto in pieno lockdown quando il sindaco andò a citofonare all’abitazione di Luca Azzariti che secondo il manager avvenne la richiesta di tangente. Azzariti fece riferimento a ‘costi illegittimi’ di cui gli aveva parlato Roberto Pinotti (manager della Sitie ndr) chiesti dall’Amministrazione Comunale: un importo di un milione di euro. “Landella, con un segno della mano, indicò un importo più basso per lui di 300mila euro, io rifiutai”. (LEGGI TUTTI I PARTICOLARI).
I DINIEGHI. “Non ho mai fatto un’offerta di tangente a Landella, men che meno ho mai accettato una sua richiesta. Stessa cosa posso affermare nei confronti di Leonardo Iaccarino. Io mi sono rivolto a lui solo perché legato da una solida amicizia” ha successivamente ribadito Azzariti. “Il cattivo esito della proposta della Gi.One così come la rilevanza mediatica del caso che si è sollevato ha avuto ripercussioni anche sul lavoro perché poi sono stato messo da parte”.
L’INTERESSAMENTO DI D’ALBA. Luca Azzariti ha anche confermato di essere a conoscenza dell’interessamento per lo stesso appalto della pubblica illuminazione da parte dell’imprenditore Michele d’Alba, la cui azienda Tre Fiammelle è stata colpita da interdittiva antimafia: “Io ho lavorato in passato per Michele d’Alba, sono stato dirigente del suo gruppo e amministratore delegato di una delle sue aziende. I rapporti poi si sono incrinati per contrasti professionali. Sono venuto a conoscenza del suo interessamento per il project financing della pubblica illuminazione da Roberto Pinotti, sostanzialmente era un nostro concorrente”.
NUOVA UDIENZA. È stata invece nuovamente rinviata la decisione sull’utilizzabilità delle intercettazioni. La riserva sarà sciolta nella prossima udienza fissata per il 29 maggio alle ore 12. In quella occasione proseguirà la deposizione di Luca Azzariti che sarà sottoposto al controesame da parte dei legali difensori di Franco Landella. “Verranno fuori sorprese” ha causticamente anticipato l’avvocato Michele Curtotti.
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