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La tangente ai tempi del lockdown: “Scendi, sono sotto casa: mi devi dare 300mila euro”

Il racconto degli incontri tra il sindaco e il procuratore della Gi. One spa, Luca Azzariti

È sabato 14 marzo 2020. L’Italia da qualche giorno è in totale lockdown a causa della crescita dei contagi e del numero dei morti per coronavirus. Franco Landella, però, ha un altro pensiero fisso: contattare Luca Azzariti, procuratore speciale della Gi. One. Spa, società che agli inizi di marzo ha inviato al Comune di Foggia una pec con la richiesta di subentrare alla Sitie Impianti industriali (ormai in odore di concordato preventivo) nella gestione ventennale della pubblica illuminazione della città di Foggia.

‘MANDO TUTTO A PUTTANE’. Si tratta di un mega-affare da 53milioni di euro e il sindaco ha bisogno di mettere subito in chiaro i termini della questione: deve essere lui l’unico interlocutore della faccenda. Franco Landella aveva cercato Luca Azzariti qualche giorno prima a telefono e aveva concordato un appuntamento in zona Macchia Gialla. Poco dopo le 13 i due si incontrano come dimostra una telefonata intercettata dal telefono della moglie del sindaco, Daniela Di Donna. Dopo i saluti, incominciano a passeggiare solitari. Il sindaco va subito al sodo: la vicenda riguardante il project financing milionario è troppo chiacchierata, già in precedenza i rappresentanti della Sitie Impianti Industriali erano andati in giro a raccontare troppe cose. Un aspetto, questo ‘che lo aveva fatto arrabbiare molto’. Occorreva tranquillità sull’operazione altrimenti, dice testualmente: “Mando tutto a puttane”.

‘NON DIRE NULLA A IACCARINO’. Franco Landella è categorico. Se Azzariti si fosse azzardato a parlare con altri soggetti, lui avrebbe interrotto ogni dialogo e fatto in modo di non far concretizzare l’operazione. L’esponente leghista, ora agli arresti domiciliari, non gradisce in particolare che Azzariti parli con Leonardo Iaccarino, in quanto sa che sono legati da un’intima amicizia. Il sindaco era a conoscenza di un incontro già avvenuto tra i due e non vuole che il fatto si ripeta: “Se ti chiede notizie, digli che il sindaco non ti considera più attendibile poiché hai fatto già brutta figura nella trattativa dell’anno precedente per l’acquisizione della Go4green”. Landella a quel punto si fa dare da Azzariti l’indirizzo di casa e lo saluta, preannunciandogli che un suo incaricato si sarebbe recato di persona a riferirgli dove incontrarsi per un prossimo appuntamento. Quello che il sindaco non sa è che Luca Azzariti aveva già avvisato Iaccarino dell’appuntamento con Landella e che, proprio su consiglio dell’ex presidente del consiglio comunale, Azzariti sta registrando la conversazione. Non solo: il procuratore della Gi. One Spa torna da Iaccarino e gli racconta tutto, chiedendogli un intervento affinché il sindaco non disturbi più la trattativa.

SOTTO CASA L’AGGRESSIONE VERBALE E LE ALLUSIONI. Stando al racconto di Luca Azzariti, Leonardo Iaccarino affronta a muso duro Landella dicendogli di lasciare in pace l’amico ma il sindaco, per tutta risposta, nei giorni successivi, si presenta sotto l’abitazione del procuratore della Gi.One, gli chiede di scendere e nell’androne delle scale lo aggredisce verbalmente, dopo essersi assicurato che non avesse con sé il cellulare: “Chiudo ogni rapporto con te visto che hai parlato con Iaccarino”. Promessa non mantenuta. Franco Landella non molla la presa e qualche giorno dopo si presenta nuovamente, senza preavviso, sotto casa di Azzariti e nell’androne delle scale incomincia a ‘scoprire le carte’, sempre secondo quanto riferito dall’imprenditore: “Ci sono grosse difficoltà nel procedimento; ufficio tecnico e legale del Comune stanno verificando. Il problema più importante, però, è un altro. Ti sei dimostrato persona non affidabile già alla semplice richiesta di non parlare con nessuno, figurarsi per ‘cose più serie’ ”. Sono queste in pratica le parole del sindaco che poi, con fare allusivo prosegue: “Verificherò personalmente i termini dell’operazione ma poi occorre pensare alle ‘altre cose’ ”.

LA TANGENTE DA UN MILIONE A PINOTTI. Azzariti a quel punto percepisce si tratti di una richiesta di tangente anche perché non sarebbe una novità. Andrea Pinotti, rappresentante della Sitie Green Plant, facente parte del gruppo che si era aggiudicato l’appalto, gli aveva parlato dell’importo di un milione di euro da dover versare illecitamente. E, tra gli imprenditori del settore, la cosa era nota: il commento ricorrente sull’appalto della pubblica illuminazione a Foggia era che non occorreva badare ai costi effettivi di realizzazione dell’opera bensì a quelli di natura aggiuntiva da elargire agli amministratori corrotti. Insomma, lampioni spenti ma portafogli dei politici pieni. Pinotti, davanti agli inquirenti, conferma la precedente richiesta della tangente. Del resto, l’affidamento alla Sitie Impianti e alla Go4green fu già contrastato in Consiglio Comunale. Giuseppe Mainiero contestò l’affidamento del project financing annunciando l’invio della documentazione in procura, Augusto Marasco presentò un esposto al Prefetto: secondo quanto appurato quel project financing non poteva essere approvato essendoci già una delibera comunale che prevedeva l’avvio di una gara pubblica.

LA TRATTATIVA E LO SCONTO. Azzariti, comunque, dice a Landella che la sua azienda non è disposta a versare l’importo di cui lui è a conoscenza e, alzando il pollice della mano, fa comprendere che si tratta di un milione di euro. Ma Landella prende di petto la situazione dicendogli di non aver avanzato ancora alcuna richiesta e che di questo aspetto doveva parlarne solo con lui. Del resto, secondo il sindaco, l’importo in questione era esagerato. In realtà si trattava della metà (vale a dire 500mila euro) - fa comprendere accompagnando il gesto con un eloquente movimento orizzontale della mano. Anche questa proposta è rifiutata da Azzariti e Landella è disponibile a un ulteriore sconto. Delle ‘altre cose’ per gli altri sarebbe stato libero di comportarsi come voleva. Per lui, invece, fa intendere puntando l’indice della mano verso se stesso, sarebbero bastati 300mila euro per sbloccare il problema, questa volta indicando un chiaro numero tre. “Io ho comunque rifiutato” mette a verbale Azzariti mentre è ascoltato in Procura.

IL DINIEGO. Quando circa due mesi dopo Azzariti, casualmente, incontra Landella, il sindaco è pacato e gli dice che non ci sono più le condizioni per accogliere l’istanza della Gi. One. Spa e che la colpa è proprio di Azzariti che si era dimostrato poco affidabile, soprattutto per aver riferito ad altri degli incontri avuti con il sindaco. A metà giugno 2020 puntualmente arriva la determinazione di diniego. Alla fine della storia la città continua, metaforicamente e concretamente, a restare da anni al buio.

di Michele Gramazio


 COMMENTI
  • tommaso

    24/05/2021 ore 07:03:08

    Una brutta storia ! Quando ci sono soldi, l'essere umano ne resta affascinato. Essere sindaco è un privilegio, è un atto di fiducia di cittadini che affidano la loro città nelle mani di qualcuno perchè l'amministri in come un buon padre di famiglia. Questi delituosi atti feriscono profondamente i concittadini, è un tradimento. Leggendo le righe non si riesce a dire "speriamo sia tutto un frainteso". Non risulta sia stato un atto per motivi di estremo bisogno, non è giustificabile. S'intravede qualcosa di probabilmente collaudato e la disinvoltura di quelle parole riportate fa crollare ogni dubbio. La città merita di riprendere quota, invece viene fatta sprofondare sempre di pià. Si capisce che non amano Foggia, si son bruciati per la voglia di abbuffarsi. Se tutto quanto riportato nell'articolo è vero, queste sono le considerazioni amare che ci pervadono. PECCATO !!!
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