"Ti spacco la mazza in testa": presunti maltrattamenti
nell'asilo comunale di Carapelle, 4 maestre indagate
La Procura
di Foggia ha concluso le indagini
Ci sono quattro maestre indagate a Carapelle per presunti maltrattamenti ai danni dei piccoli alunni dell’asilo comunale. I fatti, stando alla denuncia, sarebbero avvenuti in un periodo piuttosto lungo, dall'ottobre 2018 e fino al 5 aprile 2019, in danno di molti bambini, sia italiani che stranieri. In tutto, secondo la denuncia, sarebbero dodici i bambini coinvolti, tra i 3 e i 4 anni.
LE MINACCE. “Ti rompo la testa…”, “Ti spacco la mazza in testa”, “Senti come fa la musica la mazza”, “”Ora vi faccio nuovi nuovi”. Questo, in base alla denuncia, il tenore delle minacce delle maestre. E l'elenco degli episodi di maltrattamenti riportato nella denuncia è davvero lungo e impressionante, fatto di violenze sia fisiche che psicologiche, così come elencati nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari (PM Bray). Gli accertamenti sono stati svolti dai carabinieri, che avevano anche piazzato delle telecamere nascoste all'interno delle classi dell'asilo.
L'AVVOCATO. “I fatti sono di gravità inaudita – spiega l’avvocato Michele Sodrio, difensore dei genitori di uno dei bimbi -, anche perché dimostrano l'esistenza di un vero e proprio abuso sistematico in danno dei bambini, da parte di ben quattro cosiddette ‘maestre’. Quello si può ben definire l'asilo degli orrori e mi sorprende e mi fa arrabbiare che si sia giunti alla conclusione delle indagini, senza l'adozione di un provvedimento cautelare contro le indagate, dato che gli elementi di prova a loro carico sono schiaccianti. Il piccolo di 3 anni, i cui genitori io rappresento, è stato sottoposto a violenze fisiche e psicologiche terribili, addirittura in più di un'occasione tornò a casa dopo l'asilo con le orecchie sanguinanti. I danni alla salute psichica del bambino sono gravissimi e di questo chiamerò a rispondere anche il ministero dell'istruzione, quale responsabile civile per i risarcimenti. Ora si proceda in tempi rapidi al processo, che questi poveri bambini e le loro famiglie abbiano giustizia al più presto”.
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