Le raccolte di figurine dei
calciatori: ieri e oggi CRONACHE DAL PASSATO
A cura di Salvatore Aiezza
A volte basta davvero poco per farci
tornare indietro negli anni.,Qualche giorno fa , ad esempio,nel riordinare i libri
ed alcune cose nella stanza di mio figlio piu’ piccolo, si fa per dire con i
suoi 23 anni, mi è capitato casualmente di avere tra le mani e sfogliare l’album della raccolta calciatori “Panini” di quest’anno. Ogni anno,
ancora oggi, raccoglie le mitiche figurine, e, senza soluzione di continuità,
conserva tutti gli album da quando io stesso facevo la raccolta calciatori. Decido,
dunque, di scendere per andare a comperare alcune bustine da fargli trovare al suo
rientro a Foggia. All’edicola prendo tre bustine: due parole con
l’edicolante e in men che non si dica, la memoria torna indietro agli anni
60.
“CASPITA, 70 CENTESIM?! TI RICORDI QUANDO LE PAGAVAMO ADDIRITTURA 10 LIRE?
LE 'DIECI LIRE' DELLE BUSTINE RAPPRESENTAVANO TANTISSIMO PER LA
NOSTRA GENERAZIONE. Esse, infatti, erano il frutto del nostro impegno
settimanale alla scuola, al catechismo e... basta! perchè non esisteva altro. Questo
impegno, alla domenica si concretizzava nelle 100 lire che i nostri genitori ci
davano, con nostra immensa gioia e con le quali potevamo acquistare, appunto,
le tanto agognate bustine dei calciatori, non prima però di essere stati a
messa. Dopo la Santa messa, allora in quel di San Tommaso, una corsa
all’edicola di P.zza Baldassarre, per acquistare le figurine, prima di andare
a vedere il film a Santa Chiara o alla sala Farina. Con 100 lire ben 10
bustine.
I GIOCHI. Poi, dopo il film, iniziavano gli interminabili scambi di
figurine e i tanti giochi che con le stesse si facevano: colletto, colore,
squadra cappotto ecc. La ricerca dei “difficili” lo “sbolognamento!” quanto più
possibile dei “triploni”; la ricerca della “squadra” o lo “scudetto” che ci
mancava e che avremmo però “pagato a “caro figurine”: potevano valere anche tre
o quattro calciatori. C’era però qualcosa alla quale occorreva fare molta
attenzione: quella di non scambiare le figurine “valida”. La “Valida” o
“bisvalida” erano quelle figurine che riportavano sul retro per l’appunto, tale
dicitura. La loro raccolta premiava i collezionisti più assidui con ricchi
premi. E quasi in ogni bustina vi era una “valida”. L’album, strutturato piu’ o meno come oggi,
nella formazione delle squadre, tranne qualche miglioria e aggiornamento, riportava
nelle ultime pagine l’elenco dei regali e le modalità per ottenerli: palloni di
cuoio, magliette e completi da calciatore, l’intramontabile “almanacco del
calcio” e tanti altri “sogni” di noi bambini.
I REGALI. Io ricordo ancora di aver preso
due palloni di cuoio eun completino del Milan, squadra per la quale allora
tifavo. Oltre alle bustine domenicali, qualcuno di noi riusciva a comprarne
qualcuna anche in settimana, approfittando di una piccolissima “cresta” che a
volte si faceva su un qualche commissione che la mamma ci affidava al vicino
negozio alimentare o anche alla sua complicità: e si, perché alle nostre mamme
piaceva stare vicino a noi, nei pomeriggi trascorsi intorno al tavolo della
cucina o della stanza, dopo aver fatto i compiti, a guardare l’album, che noi
mostravamo con tanta passione, e a sfogliare insieme a noi le figurine. Spesso,
poi, al pomeriggio ci si intratteneva in casa con qualche amico, di solito il o
i figli dei vicini di casa del condominio ove abitavamo e ci divertivamo a
scambiare e incollare le figurine. A tal proposito dovete sapere che, almeno
fino agli anni 70, non esistevano le figurine autoadesive e per attaccare le
stesse all’album si usava la “cellina",
triangolini biadesivi da apporre sul retro della figurina per attaccarla
all'album. Peraltro questi triangolini non è che incollassero bene proprio e
spesso le figurine si staccavano, per cui ci si muniva della colla stick.
LE BUSTINE. Il completamento dell’album era
ovviamente il successo al quale tutti aspiravamo. Per coloro ai quali mancavano
solo una o due figurine, era una vera disdetta. Ogni bustina che si apriva era
un battito di cuore nella speranza di veder spuntare il calciatore mancante. Si
accumulavano così centinaia di doppioni che, alla fine, difficilmente si
sarebbero scambiati. C’erano quelle che non uscivano mai: alcune diventavano
vere e proprie rarità e, di queste, molte ancora oggi vengono vendute su siti
specializzati per parecchi euro. Tra le più “difficili” da trovare, negli anni
60/70, ricordo il famoso Pizzaballa, portiere dell’Atalanta; un altro
portiere: Battara, della Sampdoria e, ancora Cuccureddu, difensore juventino e
Salv , calciatore bresciano. Le soluzioni per finire l’album erano due: sperare nella “comprensione” di qualche amico che in cambio di decine e decine
di figurine ti consegnava quella mancante oppure, ma era una cosa che si
faceva a malincuore e quasi di nascosto e anche vergognandosene un po’,
chiedere direttamente la “Panini” per avere le figurine mancanti. Quando già
ervamo più grandicelli cominciò ad essere consueto lo scambio di figurine tra
compagni di scuola: ma non in classe altrinenti il professore te le requisiva
(i più maligni dicevano che lo faceva di proposito per portarle ai suoi
figli…).
LO SCAMBIO. Funzionava, più o meno, così: ciascuno portava a scuola l’elenco delle
figurine mancanti e lo consegnava a un compagno il quale poi, a casa, ne
avrebbe controllato i numeri con quelli che aveva e il giorno successivo li
portava a scuola e, durante la ricreazione, li consegnava a colui che le aveva
chiesto, ottenendone in cambio quelle che servivano a lui. In tal modo si accelerò
di molto il riempimento dell’album. Devo dire, ad onor del vero che la cosa,
per chi ha i figli che ancora fanno la collezione Panini, continua anche se
abbiamo una certa età: non è raro infatti vedere in ufficio, attempati papà che scambiano liste di
numeri di figurine, preparate a casa dai
figli, con i colleghi per poi una volta tornati a casa farsi consegnare dai
figli le figurine richieste e,all’indomani, scambiarle con quelle portate dal
collega. Facciamo in pratica da intermediari in questo sempre bel “gioco” che,
ci fa tornare un po’ bambini. La raccolta dei calciatori della “Panini” era,
insomma, una vera e propria passione. Dopo esserci lasciati andare a questi
ricordi, pago le bustine all’edicolante e, non senza una punta di nostalgia,
prendo le tre bustine, pagate 2 euro e 10 centesimi, e, comunque, ringrazio il
buon Dio, per avermi dato un figlio che conservi ancora il desiderio di
rccogliere queste ceebri ed immortali figurine che oggi vengono celebrate, come
è avvenuto anche a Foggia in febbraio, con un tour nelle varie città dove è
possibile visitare la mostra storica delle figurine, ma anche fare scambi e
acquistare gadget . (Salvatore Agostino Aiezza)
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