L’impotenza dell’Occidente e il tradimento delle élite secondo Federico Rampini
Tra Ubik e Musica Civica, domenica 8 gennaio, un grande ospite a Foggia
Economia, immigrazione, legalità. Democrazia, informazione, terrorismo. Globalizzazione, élite, cittadini. L’Occidente al microscopio, concentrato in nove parole chiave e passato al setaccio da uno dei giornalisti più autorevoli di sempre, in grado di raccontare il mondo e la contemporaneità come pochi, firma di rilievo tanto in Italia che all’estero. Comincia nel segno dell’attualità il 2017 della libreria Ubik: domenica 8 gennaio, alle ore 11.30, nello spazio live torna un grande autore, Federico Rampini, ospite inaugurale della prestigiosa rassegna Musica Civica diretta dal Maestro Gianna Fratta. Lo stesso giorno, infatti, il giornalista sarà al Teatro del Fuoco di Foggia, alle ore 18, protagonista della conversazione-concerto dal titolo (E) lezioni americane, con le Musiche dal Nuovo Mondo - Ragtime, minimalismo, musical, danze e acrobazie (Compagnia ELEINA D.).
“LA SPETTACOLARE IMPOTENZA DELL’OCCIDENTE”. Editorialista di Repubblica e di altre importantissime testate internazionali, per anni inviato da Parigi, Bruxelles, San Francisco e Pechino, dove ha raccontato agli italiani i principali mutamenti sociali, economici e politici che hanno attraversato l’ultimo trentennio mondiale, Federico Rampini torna a incontrare il pubblico della Ubik, partner della rassegna, presentando così il suo ultimo libro dal titolo Il tradimento (Mondadori, 2016), chiamato a conversare con il Maestro Gianna Fratta e il direttore artistico della libreria, Michele Trecca. Un’inchiesta di grande levatura e attualità che indaga la “spettacolare impotenza dell'Occidente” a governare shock sociali ed economici importanti. Senza una guida – si legge nella scheda del libro – abbandonate dai loro leader sempre più miopi e irrilevanti, le opinioni pubbliche occidentali cercano rifugio in soluzioni estreme. Alla paura si risponde con la fuga all'indietro, verso l'isolamento da tutto il male che viene da «là fuori» e il recupero di aleatorie identità nazionali. Globalizzazione e immigrazione sono i due fenomeni sotto accusa. Il tradimento delle élite è avvenuto quando abbiamo creduto al mantra della globalizzazione, quando il pensiero politically correct ha recitato la sua devozione a tutto ciò che è sovranazionale, a tutto ciò che unisce al di là dei confini, dal libero scambio alla finanza globale. Il triste bilancio è quello di aver reso i figli più poveri dei genitori. Il tradimento delle élite si è consumato quando abbiamo difeso a oltranza ogni forma di immigrazione, senza vedere l'enorme minaccia che stava maturando dentro il mondo islamico, l'ostilità ai nostri sistemi di valori.
L’AUTORE E LE VIE DI USCITA. In questo acuto pamphlet di denuncia – inclusa un'autocritica sul ruolo dei media – Federico Rampini indica le possibili vie d'uscita: un'economia liberata dai ricatti delle multinazionali e dei top manager; un'immigrazione governata dalla legalità e nella piena osservanza dei nostri princìpi; una democrazia che torni a vivere della partecipazione e del controllo quotidiano dei cittadini; e, infine, un dibattito civile ispirato all'obiettività e al rispetto dell'altro, non ai pregiudizi, all'insulto e alla gogna mediatica dei social. Corrispondente della «Repubblica» da New York, Rampini ha esordito come giornalista nel 1979 scrivendo per «Rinascita». Già vicedirettore del «Sole-24 Ore» e capo della redazione milanese della «Repubblica», editorialista, inviato e corrispondente a Parigi, Bruxelles, San Francisco, Pechino, ha insegnato alle università di Berkeley, Shanghai, e alla Sda-Bocconi. È membro del Council on Foreign Relations, think tank americano di relazioni internazionali. Da Mondadori ha pubblicato: Il secolo cinese (2005), L'impero di Cindia (2007), L'ombra di Mao (2007), La speranza indiana (2008), Occidente estremo (2010), Alla mia Sinistra (2011), Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo (2012), Banchieri (2013), Vi racconto il nostro futuro (2014), All You Need Is Love (2014), L'Età del Caos (2015), Banche: possiamo ancora fidarci? (2016). Nel 2005 ha vinto il Premio Luigi Barzini per il giornalismo.
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