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Per i vendoliani non è più "compagna": Carmela Cenicola ritira la sua candidatura

La sorella del killer fa marcia indietro dopo la nota del partito

Dopo l'affondo di Repubblica e di altri quotidiani, con tanto di rivelazione di intercettazioni poco elusive riguardanti la candidata lucerina al consiglio regionale Carmela Cenicola (LEGGI), è arrivata prima la nota ufficiale da parte di “Noi a Sinistra per la Puglia” e poi il ritiro della candidata dal partito. A farlo sapere è lei stessa, con una nota ufficiale.

“ABBIAMO APPRESO DALLA STAMPA”. "Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto la famiglia Cenicola erano a noi sconosciute fino a quando non le abbiamo apprese dalla stampa stamattina. Pur restando fermamente garantisti, nel caso di processi in corso e tanto più dinanzi ad una sentenza di assoluzione, riconosciamo una possibile nostra disattenzione nell'aver accettato la sua proposta di candidatura nelle nostre liste. Carmela Cenicola è estranea a qualsiasi vicenda giudiziaria e tuttavia per ragioni di opportunità non avrebbe dovuto far parte della nostra squadra". È quanto affermano il segretario pugliese di Sel Ciccio Ferrara, il senatore Dario Stefano e Guglielmo Minervini a nome della lista "Noi a Sinistra per la Puglia".

RITIRI LA SUA CANDIDATURA. "Siamo convinti – si legge ancora – che la politica debba essere sempre la prima a dare il buon esempio, a partire da una rigida selezione dei candidati e delle candidate, anche da un punto di vista della opportunità. La nostra diversità passa anche da questo: dal riconoscere gli errori quando si sbaglia e provare a porvi rimedio immediatamente. Affrontiamo – spiegano i vendoliani – questa vicenda nell'unico modo in cui il nostro partito sa fare, con serietà e rigore, chiedendo un atto di responsabilità a Carmela Cenicola”.

INVITO ACCOLTO. Un atto di responsabilità che è stato in poche ore accolto da Carmela Cenicola: "Ritiro la mia candidatura - ha fatto sapere in una nota. Chiedo scusa per tale gesto ai miei compagni di lavoro, a quelli che hanno riposto fiducia in me e che tanto si sono adoperati per propormi. Pensavo che l'aver dedicato una vita al lavoro, l'essere uscita indenne da procedimenti penali fossero sufficienti per godere appieno dei diritti civili. Devo amaramente constatare che non per tutti è cosi".

di Redazione 


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