Braccianti italiani e stranieri, la protesta: “Attività produttive del territorio si reggono su sfruttamento dei lavoratori”
Le ragioni dello “sciopero sociale”, mentre nella facoltà di Economia si inaugura l’anno accademico
“I diritti dei migranti sono questioni che riguardano tutti, anche coloro che hanno cittadinanza. Le condizioni di sfruttamento che li riguardano ora, infatti, presto riguarderanno tutti”. Parla uno degli organizzatori dello “sciopero sociale” che, questa mattina, ha avuto luogo in una traversa di via Caggese, nei pressi della Facoltà di Economia dell’Ateneo di Foggia in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. Presenti, il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e il governatore della Puglia, Michele Emiliano (LEGGI E GUARDA LE FOTO DELLA PROTESTA).
“STANCHI DEL MODELLO MAFIA CAPITALE”. Nel video pubblicato a corredo dell’articolo, Alessandro Ventura, membro di Pro/fuga, sottolinea alcuni nodi essenziali della protesta dei migranti e dei lavoratori e braccianti, tenuti “a distanza” dalla facoltà di economia: un dispiegamento di forze dell’ordine enorme per una protesta dai toni forti ma di certo non violenta. “Le attività produttive di questo territorio, che il ministro sta elogiando in questo momento – sottolinea il membro di Pro/fuga – si reggono sullo sfruttamento di questi lavoratori: quali sono le risposte delle istituzioni che sono lì dentro ad elogiare se stesse? ”. E ancora: “Qualsiasi piano di sgombero umanitario, il presidente Emiliano lo deve decidere ricevendo e ascoltando le voci di chi questi luoghi li abita: siamo stanchi di piani di accoglienza modello Mafia Capitale”.
“BLOCCATI COME TOPI IN GABBIA: PERCHE’?”. Infine, il nervosismo per il diverso trattamento ricevuto dallo “sciopero sociale” da parte delle forze dell’ordine: “Ci hanno bloccato in questo vicolo come topi in gabbia: una decisione inaccettabile quella di bloccarci e di permettere ad altri di manifestare il loro dissenso”. Il riferimento è alla possibilità data ai rappresentanti della Cisl di dare vita alla propria attività di volantinaggio a pochi metri dall’ingresso in facoltà, a differenza dei lavoratori migranti e italiani ai quali non è stato permesso di accedere a via Caggese. Quanto alla Cisl, va precisato, il volantinaggio informativo riguardava il “no allo smembramento e alla militarizzazione del corpo forestale”.
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