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Sentenza Curci, l'avvocato Chiesa: "Faremo appello, pena esagerata"

“Né io né l'avvocato Pellegrini siamo soddisfatti dell'esito di primo grado. Nei tempi previsti faremo naturalmente appello: non condividiamo la pena che secondo noi è troppo alta ma ancor di più non condividiamo l'entità delle confische eseguite. Vorrei poi evidenziare che il processo ha fatto emergere che non vi è alcun collegamento tra Curci e la criminalità organizzata”. (Leggi: Condanna a sei anni in primo grado per Massimo Curci: dalla scatola che lo inguaiò alla sentenza)

LA DIFESA. L'avvocato Ivano Chiesa, che insieme a Raul Pellegrini difende il commercialista di Carapelle, Massimo Curci, nel processo che lo vede imputato a Milano per autoriciclaggio e una serie di reati fiscali, commenta così a Foggia Città Aperta la sentenza dello scorso 15 gennaio che ha condannato il suo assistito a 6 anni di carcere. 

IL DENARO. “Al signor Curci – prosegue il legale milanese - hanno preso un sacco di denaro perché avrebbe avuto vantaggi personali. Si tratta di una evidente contraddizione anche se si volesse considerare quella che è l'accusa e cioè che avrebbe favorito terzi. Essendo lui commercialista, i vantaggi fiscali sono stati ottenuti da qualcun altro e dovrebbero essere perciò questi ultimi a dover rispondere”. 

LA PERCENTUALE. Dalle indagini che hanno portato alla condanna di Massimo Curci emerge l'esistenza di un meccanismo secondo cui il commercialista intascava una percentuale dei vantaggi fiscali che faceva ottenere a terzi: “Quand'anche fosse acclarato tutto questo” dichiara l'avvocato Chiesa “a Curci dovrebbe essere confiscato un importo pari alla percentuale intascata. Qui invece è stato confiscato l'importo complessivo. Si tratta di una decisione assurda – continua – peraltro, pur aspettando di leggere la sentenza, nell'istruttoria dibattimentale di primo grado uno degli accusatori ha dichiarato che millantava di cedere la percentuale al mio assistito ma in realtà la teneva per sé”. 

L'ENTITA' DELLA CONDANNA. “Quanto all'entità della condanna – è l'ultima considerazione dell'avvocato Chiesa – la pena è così elevata perché è contestato l'autoriciclaggio altrimenti con i soli reati fiscali la pena sarebbe stata notevolmente inferiore. Dico solo che con l'autoriciclaggio siamo tutti in pericolo. Noi contiamo in appello che l'accusa di autoriciclaggio cada così che la pena sia correttamente ridimensionata ai soli reati fiscali.

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di Redazione 


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