Stanno abbattendo De Sanctis. Se lo avessero fatto quando la frequentavamo noi avremmo festeggiato per giorni...
Il ricordo ironico di uno studente che la odiava
Stanno buttando giù la scuola De Sanctis. Lo avessero fatto quando la frequentavamo noi avremmo festeggiato per giorni. Una scuola che crolla è il sogno degli studenti. Che ovviamente non sanno che non è che poi la mattina potranno restare a casa, dovranno solo andare in un altro istituto. E invece no, ora siamo tutti adulti malinconici per via di un pezzo della nostra storia che se ne va.
IO LA ODIAVO. Naa, niente nostalgia, non siete nella rubrica adatta. E poi io la odiavo quella scuola: la vicepreside che quanto urlava ti spaventava più di un T-Rex, le finestre da cui si vedeva un pezzettino di campo dello Zaccheria e passavi le ore a sperare che Zeman facesse provare gli schemi su calcio d'angolo, il laboratorio in cui c'era uno scheletro che pareva ti guardasse storto, e la brunetta carina dell'altro banco che fissavi salvo poi fingere di guardare da un'altra parte quando si girava verso di te, per non parlare della professoressa di educazione fisica che usava quei fastidiosissimi legnetti per portare il tempo.
LABUONASCUOLA. E' un pezzo di storia che se ne va? Probabilmente si, ma il vero problema ci sarebbe stato se dopo averla abbaottuta ci avessero fatto un palazzo, se invece ricostruiranno una scuola più nuova e più bella di prima va bene così. Magari con una vicepreside carina e una bella voce, un laboratorio con i computer touch screen come Sky, una campetto per poter fare educazione fisica all'aperto, le finestre da cui vedere gli allenamenti di De Zerbi, e i banchi disposti in modo da poter guardare le brunette senza rischi di essere sgamati...
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.