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Al Teatro dei Limoni, Chaplin non è più (solo) Charlot…

Sabato 28 e domenica 29 gennaio, lo spettacolo interpretato da Giuseppe Rascio

“Riva di un fiume, un vagabondo osserva la sua esistenza scorrergli davanti. L’acqua porta con sé la vita. Il vagabondo, seduto in riva al fiume, tira le somme della sua.” Torna Chaplin e il Teatro dei Limoni torna nel proprio spazio di Via Giardino, dopo l’applaudita “puntata” al Teatro Giordano con lo spettacolo Novecento, di scena una settimana fa. Sabato 28 e domenica 29 gennaio infatti, alle ore 21, tocca all’attore Giuseppe Rascio – uno dei tre fondatori, con Leonardo Losavio e Roberto Galano, del sodalizio teatrale foggiano giunto al decimo anno di vita.

IL DUBBIO SHAKESPEARIANO. “To be or not to be Chaplin” è lo spettacolo che l’autore Francesco Nikzad ha scritto sul grandissimo artista americano, in questa occasione interpretato – unico attore in scena – da Rascio e incentrato, più che sulla biografia, sul contraddittorio mondo interiore del leggendario attore, come conferma il richiamo shakespeariano del titolo. “Il conflitto tra attore e personaggio stesso, tra attore e il mondo che lo circonda – si legge nella sinossi della pièce – sono il fulcro di un lavoro che parte da Charles Spencer Chaplin, ma scava nelle profonde radici del dubbio shakespeariano. Il suo rapporto ossessivo con le donne, il suo legame con la madre, sono il vaso di Pandora della sua esistenza. Chaplin non voleva essere soltanto Charlot, nessuno vorrebbe essere soltanto un personaggio”.

“LA FINE DI CHE GUEVARA”. In questa produzione firmata Teatro dei Limoni e Solisti Dauni (ad arricchire lo spettacolo, infatti, le musiche originali di Mario Rucci e la regia di Roberto Galano), finalista "Roma Fringe Festival" 2015, Chaplin lotta contro le sue stesse paure, contro il terrore di invecchiare e morire, contro la sua solitudine; contro la paura di fare la fine Che Guevara, ormai ridotto a una semplice faccia stampata sulle magliette dei ragazzi durante un corteo (info e prenotazioni: 3249948645 - info@teatrodeilimoni.it).

di Redazione 


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