Stampa questa pagina

Al Teatro U. Giordano, gli In…Certi del Liceo classico Lanza in scena con “Fedra”

Stasera, martedì 14 giugno. Sipario ore 21

Fedra è innamorata follemente del figliastro Ippolito, il quale rifiuta l'amore delle donne per dedicarsi alla caccia e alla vita nei boschi. La regina ha paura a rivelarlo, perché è un amore incestuoso. Nonostante i tentativi della nutrice di dissuaderla, la regina rivela il suo amore a Ippolito, che indignato fugge dalla reggia. Fedra decide di vendicarsi.

UNA COMPAGNIA NATA SEI ANNI FA. È la prima parte di una “follia” teatrale che da secoli appassiona il pubblico, in questa versione allestita dai giovani attori del Liceo classico V. Lanza di Foggia, ancora una volta alle prese con un grande classico del teatro. La compagnia teatrale “GLI IN...CERTI” infatti, nata sei anni fa grazie al sostegno del dirigente scolastico del Liceo classico “V. Lanza”, e diretta artisticamente dalla docente Mariolina Cicerale, questa sera, martedì 14 giugno, dalle ore 20.30 con sipario alle 21.00, porta in scena “Fedra” al Teatro U. Giordano, per la regia di Michele D’Errico.

L’AMBIENTAZIONE IN UN OSPEDALE PSICHIATRICO. E interessantissimo è proprio l’adattamento scenico voluto dall’attore e regista foggiano, il quale ha scelto di ambientare la vicenda, liberamente tratta da Euripide e Seneca, in un ospedale psichiatrico. Folle d’amore incestuoso è Fedra, ma folli sono pure Ippolito, giovane misogino con la sua scelta di vita estrema e rigorosa e suo padre Teseo, vanesio uomo di potere alla perenne ricerca di avventure, anche negli Inferi. Folli sono anche gli allucinati componenti del coro, che esaltano con gesti e parole questa “vicenda di stra-ordinaria follia”.

LA FOLLIA “TRIONFANTE”. Lo sviluppo della trama poi, prosegue con Teseo che ritorna dalla sua impresa negli Inferi, e racconta, mentendo, che Ippolito ha cercato di violentare Fedra. Ippolito si trova vittima del furore del padre, che maledice il figlio e invoca l’ aiuto di Nettuno: il giovane, assalito da un mostro marino, muore in maniera orribile, trascinato dal suo carro ,con il corpo orribilmente straziato, tra gli scogli e la vegetazione. Alla notizia della morte di Ippolito, Fedra confessa il suo delitto a Teseo e si uccide. Al padre non resta che imprecare contro la sua sorte. Gli eroi della tragedia antica si confrontano sempre con la disgrazia e il dolore, ma conservano intatta la loro grandezza anche quando risultano sconfitti. Solo un avversario è invincibile per loro: la follia.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload