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“La milite ignota”, storie di abusi sessuali, cronaca e gossip

La nuova produzione PCI, in scena a Foggia

“La sentenza della Fortezza da Basso, Bill Cosby, Sara Tommasi: abusi sessuali, fatti di cronaca e gossip. Queste le premesse de La Milite Ignota, la storia di un'aspirante attrice alle prese col provino più importante della sua vita. Dal finale a sorpresa”. Con queste parole, Pierluigi Bevilacqua, direttore artistico della Piccola compagnia impertinente di Foggia, presenta La milite ignota, nuova produzione PCI che andrà in scena a Foggia il 26, 27, 28 marzo e poi 1, 2 e 3 aprile (ore 21), dopo il debutto a Mantova.

IL MONOLOGO. Lo spettacolo, scritto da Enrico Cibelli e interpretato da Ramona Genna, è il monologo doloroso e onirico di una donna a caccia di conferme. Su sé stessa e sul proprio talento. Dove, naturalmente, ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Eppure lo spettacolo muove da un fatto di cronaca realmente accaduto: Firenze, estate 2008, una violenza di gruppo ai danni una ragazza, poco più che ventenne. “La milite Ignota è una pièce a metà tra cronaca e melodramma. La storia di una ex ragazza coraggiosa che oggi, così come ha scritto in una lettera, non desidera altro che l’oblio. Una vittima che ha deciso di nascondersi, dopo una lotta eroica. Una donna che sarebbe incivile, da parte nostra, dimenticare”, puntualizza Bevilacqua, che dello spettacolo firma la regia. Lo spettacolo non è consigliato ai minori di 14 anni; i costumi sono di Monica Raponi.

LA VICENDA. Sabato 26 luglio 2008 alla Fortezza da Basso, a Firenze, succede qualcosa di terribile. Una violenza di gruppo ai danni una ragazza, poco più che ventenne. La giovane conosce alcuni di loro. La denuncia, le indagini, i rinvii a giudizio, i retroscena. Nel 2013 il Tribunale di Firenze condanna 6 imputati su 7, uno viene assolto, a 4 anni e mezzo di reclusione. La sentenza è del gennaio e sembra fare giustizia, a quasi 3 anni dall’inizio del processo. Un processo in cui il Comune di Firenze si è costituito parte civile. Questa brutta storia sembra finire. Fino a quando i difensori dei 6 condannati ricorrono in appello. Nel marzo 2015 la Corte - ribaltando completamente la condanna - definisce la vicenda «incresciosa», ma «penalmente non censurabile». Secondo i giudici, la ragazza, bisessuale dichiarata, voleva con la sua denuncia «rimuovere» quello che considerava un suo «discutibile momento di debolezza e fragilità», ma «l’iniziativa di gruppo» non venne da lei «ostacolata». Scaduti i termini per il ricorso in Cassazione. La sentenza diventata definitiva. A luglio di quest’anno sono state pubblicate le motivazioni. E la ragazza coraggiosa di allora, oggi non desidera altro che l’oblio (info@piccolacompagniaimpertinente.com 320.6212489 - 0881.1961158)

di Redazione 


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