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"Ti mangio il cuore", un film in bianco e nero per una storia a "tutto rosso" LA RECENSIONE

Il chiaro richiamo è alla tragedia Shakespeariana del ‘500. Questa volta però il quadro non è quello Veronese, dei Montecchi e Capuleti, bensì dei Malatesta e i Camporeale nelle zone rurali di una Puglia arcaica. Direttamente dal Festival di Venezia, è approdato in tutte le sale italiane dal 22 settembre “Ti mangio il cuore”, la pellicola in bianco e nero diretta da Pippo Mezzapesa.

IL FILM. La miccia che scatena l’incendio è l’innamoramento di Andrea Malatesta, figlio del boss dei Malatesta e, di conseguenza, erede della casata mafiosa, nei confronti di Marilena, moglie del boss dei Camporeale. Nonostante fosse un amore proibito a causa della rivalità tra le famiglie, i due da una infatuazione finiscono per costruire una relazione che metterà a repentaglio entrambe le compagini, causando soprattutto un alto numero di morti. “Ti mangio il cuore”, frase che nel film viene pronunciata da Andrea Malatesta, racchiude il rosso del sangue sprigionato per onore del proprio nome alternato al rosso della passione tra i protagonisti. Ma è solo un colore che ci illudiamo di vedere perché a fare da padrone del grande schermo è il bianco e nero, non solo per i colori del film, anche per la crudeltà rappresentata che non ha dei momenti grigi, intermedi.

IL BENE E IL MALE. Ancora una volta la figura della donna sembra voler evolversi ma d’altronde visto il momento storico di cui stiamo parlando, (inizialmente 1960, poi ci si sposta nel 2004 ma la situazione è simile), non avviene questo cambiamento. Marilena è una donna e una mamma ma incarna soprattutto la moglie che fa le veci di un marito mafioso soggetta alle sue trappole che finiranno per essere le stesse anche del suo futuro compagno Andrea. Marilena però è l’unica che “sceglie il bene” come afferma la sceneggiatrice Antonella Gaeta, presente ieri, 23 settembre, in sala alla Città del Cinema di Foggia: infatti, il suo personaggio attinge alla figura di Rosa Di Fiore, prima pentita della mafia Garganica, e lo dimostra bene la scena conclusiva del film, in cui l'amore per i figli vince sull'onore mafioso.

IL RUOLO DI ELODIE. “La guerra…non piace a nessuno” sostiene in un frangente Vincenzo Montanari, (esponente di un’altra famiglia mafiosa) interpretato da Michele Placido: sarà così anche per i clan della mafia garganica che hanno cosparso di sangue le bellezze della Puglia? Numerosi gli spettatori nelle sale della Città del cinema di Foggia, desiderosi soprattutto di incontrare la nota cantante Elodie, che nel film interpreta Marilena. L'artista ha dimostrato di avere anche delle ottime doti nel mondo del cinema e, ieri, ha salutato calorosamente il pubblico foggiano prima della proiezione del film in due sale. “Per me è stato tra i periodi più importanti della mia vita”, ha esclamato Elodie, condividendo l’entusiasmo nell’aver trascorso due mesi tra i più bei scorci del Gargano. “Felice ancor di più per aver potuto interpretare la figura di una donna così forte”, ha concluso la cantante.
(Giada Panunzio)

di Redazione 


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