“Lavoravano” in trasferta, tra Abruzzo e Marche, ma le auto le “cannibalizzavano” a Cerignola
Arrestata una banda di sette elementi, tutti pregiudicati
A seguito di indagini effettuate dalla Procura della Repubblica di Teramo con l’encomiabile collaborazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Teramo e della Compagnia di Cerignola, all’alba di oggi, 13 gennaio, è stata data esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari con l’applicazione del “braccialetto elettronico” a carico di 7 pluripregiudicati residenti nella città di Cerignola. Sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di innumerevoli furti di autovetture e ricettazione, sistematicamente esercitati in Abruzzo, Marche e Puglia, quale unico disegno criminoso.
LA TECNICA DELLA “CENTRALINA”. Il fenomeno definito “dilagante” dalle autorità abruzzesi, in riferimento al territorio teramano, nel quale i furti di auto, negli anni 2018/2019, si sono attestati sugli 80 episodi, creando un vero allarme sociale. I primi riscontri investigativi si sono concentrati su due giovani pregiudicati pugliesi, i quali facevano parte di un gruppo più ampio e specializzato in furti di auto con la tecnica della “centralina” (asportazione del mezzo dopo sostituzione della centralina elettronica con altra opportunamente modificata). Questi, da anni, erano soliti frequentare la provincia di Teramo nonché la vicina regione delle Marche, dove mettevano a segno i numerosi e ripetuti colpi, per poi scappare a forte velocità con i veicoli asportati verso Cerignola, luogo nel quale i veicoli venivano cannibalizzati dei vari componenti, ed i telai dati alle fiamme o “tagliati”.
49 AUTO RUBATE. A capo del sodalizio veniva individuato un noto pregiudicato residente a Cerignola che partecipava attivamente a tutte le fasi delle attività delittuose, reclutando e fidelizzando i gregari, pagandone il compenso e provvedendo alla consegna del mezzo asportato ai diversi ricettatori in loco. Le indagini, svolte tra il gennaio 2018 e l’aprile 2019, hanno appurato che i componenti del sodalizio asportavano, nelle regioni Abruzzo, Marche, e Puglia, almeno 49 autovetture per un valore commerciale quantificato complessivamente in € 600.000,00 (seicentomila). Gli arrestati, uno già ristretto in carcere, sono stati sottoposti al regime degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.
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