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Trieste, Belgrado e le mappe dimenticate della vita: L’autrice Federica Manzon per la prima volta a Foggia

Presentazione di “Alma”, edito da Feltrinelli

“Lei non saprebbe dire dove sta la sua appartenenza, neanche la sua città lo sa: si è pensata sempre parte di una nazione che non era la sua, immaginava l’Austria, sognava il regno degli slavi, e perfino la nazione garibaldina, ma poi è rimasta estranea a tutto e soprattutto a se stessa”.

TRIESTE E LA STORIA. Lei è Alma ed è la protagonista del romanzo di Federica Manzon, tra le scrittrici più interessanti del panorama narrativo italiano, autrice di un romanzo in cui l’identità, la memoria e la Storia – personale, familiare, dei Paesi – si cercano e si sfuggono continuamente, facendo di Trieste un punto di vista privilegiato. Un luogo, come ha scritto con entusiasmo Paolo Rumiz, “dove la geografia ha la meglio sulla storia”: venerdì 9 febbraio, alle ore 18, la scrittrice – premio Selezione Campiello nel 2011 – incontra per la prima volta il pubblico di Foggia negli spazi della libreria Ubik per presentare il suo romanzo, “Alma” (Feltrinelli, 2024), freschissimo di pubblicazione. A conversare con Federica Manzon sarà la giornalista Francesca Romana Cicolella.

MAPPA DIMENTICATA DELLA VITA. Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l’imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell’isola, all’ombra del maresciallo Tito “occhi di vipera”. A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l’infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, “dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie”.

BELGRADO E LA EX JUGOSLAVIA. Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all’improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all’altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l’Austriaungheria. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato “un fratello, un amico, un antagonista”, che Alma deve ricevere l’eredità del padre. Ma Vili è l’ultima persona che vorrebbe rivedere. I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare – l’infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l’aria seducente respirata all’ombra del confine – e quello che sarà.

L’AUTRICE. Federica Manzon è nata a Pordenone nel 1981, ha pubblicato i romanzi Come si dice addio (2008) e Di fama e di sventura (premio Rapallo Carige 2011 e premio Selezione Campiello 2011). Nel 2015 ha curato il volume I mari di Trieste (Bompiani). Con Feltrinelli ha pubblicato La nostalgia degli altri (2017).

di Redazione 


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