Umberto Giordano è “Maé”, l’album jazz firmato Roberto De Nittis: concerto e “prima” nella sua città
Il lavoro discografico del musicista foggiano
Nove immagini, nove composizioni originali raffiguranti persone e situazioni che legano la vita di Umberto Giordano alla sua città. È “Maé”, l’album del pianista e compositore Roberto De Nittis, in uscita ufficiale venerdì 10 marzo. Lo stesso giorno, in serata, l’artista lo presenta ufficialmente al Conservatorio U. Giordano, in un concerto speciale in anteprima assoluta.
“L’ABBANDONO” DI UMBERTO GIORDANO. Il disco, pubblicato da Caligola Records e prodotto in collaborazione con il Conservatorio daunio, si ispira al compositore foggiano Umberto Giordano e al suo controverso rapporto con la città, che abbandonò nel 1892 dopo che ad un suo concerto per festeggiare il successo dell’opera Malavita al teatro Dauno si accorse che il pubblico era del tutto disattento; la riconciliazione con la città avvenne 36 anni dopo nel 1928. In “Maé” De Nittis prova a immaginare le sensazioni e le emozioni che Giordano proverebbe tornando oggi nella sua città natale.
JAZZ E MONDO CLASSICO. Il connubio tra l’ensemble classico, l’Orchestra Sinfonica Young del Conservatorio diretta dal Maestro Andrea Palmacci, ed il trio jazz riflette la carriera artistica di Roberto De Nittis, qui nella doppia veste di compositore ed esecutore, e al tempo stesso rappresenta la contaminazione di stili e linguaggi che si riscontra nella stessa città di Foggia, a livello storico, artistico, sociale. L’ascoltatore è accompagnato in un viaggio sonoro, che ha protagonista Umberto Giordano. Attraverso nove brani originali, riconducibili a nove precise immagini, l’ascoltatore entra in contatto con atmosfere e reminiscenze che sono frutto della libera e personale interpretazione del compositore.
I BRANI. Bancarelle, Struscio, La Banda Colta e La Ballada di Giordano, strettamente legate alla città di Foggia, rimandano a tradizioni locali o luoghi della città. Madìa, Don Gaetano, Umbè e Napoletana raccontano la sfera familiare e affettiva di Giordano mentre Maè, abbreviazione di “Maestro”, rappresenta una vera e propria istantanea ritraente il M° Umberto Giordano mentre gusta la propria vita passata consapevole di non essere fatto di materia.
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