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L’Università di Foggia ‘censura’ la notizia sulle eccellenze: “Solo noi possiamo dare comunicazioni ufficiali”

È un po’ come l’apprezzato slogan di Rtl: “Le notizie prima passano da noi”. Perché dall’Università di Foggia ci tengono che le comunicazioni ufficiali abbiano il beneplacito dell’ateneo, per evitare una serie di notizie incontrollate. Anche se riguardano eccellenze del nostro territorio.

LE COMUNICAZIONI UFFICIALI. Accade così che la nota inviata ieri riguardante le “nuove frontiere per la bio-sostenibilità nella produzione dell’olio extravergine dal Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Foggia”, venga ora censurata dall’Ufficio comunicazione dell’ateneo. “In riferimento alla nota diffusa dal sig. Nino Abate circa i risultati ottenuti da un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell'ambiente – si legge in una comunicazione alle redazioni inviata dall’ateneo dal portavoce dell'Unifg, DAvide Grittani -, l'Università di Foggia - pur apprezzando la partecipazione e l'interessamento, evidentemente manifestati a vario titolo, del territorio verso le nostre attività - tiene a precisare che si tratta di un'iniziativa spontanea, individuale e non autorizzata e che gli unici (e soli) uffici deputati alla diffusione ufficiale di notizie, progetti e attività riguardanti l'Università di Foggia sono (e restano) l'Area di Comunicazione coordinata dalla dott.ssa Rossana Muscio e quello del Portavoce del Rettore”. Come a dire: le notizie dell’Università le diamo noi dell’Università. O nessuno.

LA NOTIZIA. La notizia in questione, inviata qualche ora fa alle redazioni locali. focalizzava l'attenzione sul gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Foggia, costituito da Alessandro Leone, professore associato e dal dr. Roberto Romaniello, ricercatore a contratto, attraverso un’intensa attività scientifica sta sviluppando nuovi sistemi per la riduzione dell’impatto ambientale dei sottoprodotti della lavorazione dell’industria olearia. L’Università di Foggia, infatti, in collaborazione con il gruppo di ricerca della dott.ssa Antonia Tamborrino dell’Università di Bari e la ditta Pietro Leone e figli s.n.c., ha sviluppato una macchina denocciolatrice parziale che è in grado di frangere le olive e contemporaneamente di recuperarne il “nocciolino”, in frazioni variabili tra lo 0 e il 100%, ottimizzando così la resa di estrazione dell’olio. La ricerca si muove nella direzione del “recupero efficiente” di parte del nocciolino, migliorando le proprietà dell’olio e con il vantaggio di produrre biocombustibile. Il lavoro del gruppo di ricerca foggiano sta suscitando interesse in ambito internazionale da parte di diversi Istituti di Ricerca e Università, che quotidianamente chiedono interazioni e informazioni, ed è documentato e vagliato a livello internazionale attraverso la pubblicazione su alcune delle più prestigiose riviste scientifiche di settore (Biosystem Engineering, Journal of Food Engineering, ed altre).

di Redazione 


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