Memorie da una baraccopoli di un adolescente “puro”: l’opera prima della foggiana Valeria Caravella
Presentazione del romanzo “Il maggiore dei beni”
Davide è un adolescente che vive in una baracca, in mezzo ai “grezzi”. È un ragazzino strano, un “puro”, dalla sessualità incerta, con una forte aspirazione tragica che, nel racconto in prima persona delle sue memorie, diventa spesso ironica, stravagante, amabilmente buffa. La città in cui vive non è indicata ma alcune spie – vedi sopra – sembrano suggerire che la storia sia ambientata da queste parti, tra pale eoliche, lavatrici abbandonate in campagna e personaggi sopra le righe di taglio molto, molto meridionale. D’altronde l’autrice, Valeria Caravella, è nata a Foggia, vive a Vieste e, negli ultimi anni, come si legge nella sua biografia, ha trascorso gli inverni a leggere e scrivere. E domani sera, sabato 2 dicembre, alle ore 18, presenta in anteprima nello spazio live della libreria Ubik il suo esordio letterario dal titolo “Il maggiore dei beni”, conversando con il giornalista Enrico Ciccarelli.
NOWHERE BOOKS ENTRA NELLA NARRATIVA ITALIANA. Una scrittrice giovane, alla sua prima prova, e una casa editrice altrettanto giovane, anch’essa alla prima prova nel mondo della narrativa pura: Nowhere Books è l’etichetta editoriale che fa a capo ad Antonio Catapano, infatti, foggiano anche lui, editore coraggioso che, dallo scorso anno, ha lanciato sul piano nazionale la propria proposta libraria, prediligendo soprattutto testi di taglio teatrale, esperimenti di letteratura collettiva e traduzioni di sceneggiature dall’italiano all’inglese. Con “Il maggiore dei beni”, pubblicato lo scorso ottobre, la casa editrice entra di fatto nella narrativa italiana contemporanea e lo fa con un romanzo interessante, calato in una realtà altamente riconoscibile e, ciononostante, scevra da qualsiasi provincialismo di stile.
“SECCO, IBRIDO E SCOORDINATO”. Il protagonista – “secco, ibrido e scoordinato” – abita un contesto familiare difficile, socialmente estremo e, durante il racconto del presente, rinvanga un episodio di bullismo vissuto a dodici anni che, in un modo un po’ stravagante, sembra averlo segnato per sempre, minando le poche certezze della sua vita di adolescente. Un romanzo di formazione, insomma, l’opera prima di Valeria Caravella, di impianto classico ma con un linguaggio fortemente credibile: una voce che, per ambientazione e io-narrante, ammicca al Peppino de “La Kryptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo (dal cui romanzo lo stesso autore ha poi tratto l’omonimo film), con tanto di personaggi strambi attorno, tra familiari e strani compagni di viaggio.
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