Ventata internazionale alla Ubik: nel “Labirinto” di Burhan Sönmez, scrittore turco
Si è lanciato dal Ponte del Bosforo, muoveva le braccia come se avesse le ali. Non è morto, ma ha perso il suo passato. È la sorte toccata a Boratin, musicista di ventotto anni amatissimo nella sua Istanbul e protagonista del libro di uno degli autori più importanti, e tradotti, della Turchia di oggi. Martedì 18 febbraio, alle ore 19, l’autore Burhan Sönmez ritrova il pubblico della libreria Ubik a distanza di oltre due anni dalla sua prima volta, quando presentò il precedente e pluripremiato “Istanbul, Istanbul” (Nottetempo, 2017). Stavolta, lo scrittore nativo di Ankara presenta il suo nuovo romanzo, “Labirinto”, un vero e proprio viaggio nell’identità, ambientato nuovamente nella magica città turca sospesa tra due continenti. A presentarlo, il direttore artistico della libreria, Michele Trecca. Interprete dall’inglese, il docente Emanuele Iorio.
LA RICERCA DI UNA SERIE DI RISPOSTE. Un giorno Boratin, un musicista blues che vive a Istanbul, si risveglia in ospedale avendo completamente perso la memoria: non sa più chi è, da dove viene, qual è il suo passato e quale la direzione del suo presente, non ricorda gli affetti più cari né le amicizie più prossime, e soprattutto si arrovella attorno a un interrogativo ossessivo e senza risposta: perché ha tentato il suicidio gettandosi già dal Ponte sul Bosforo? Attorno a questa costellazione di domande cerca di riprendere a vivere, riconquistando dimestichezza con volti, voci, spazi, storie, specchi, e in primo luogo con se stesso.
I MISTERI DELL’IDENTITA’. Flâneur dei labirinti della mente e della città, percorre pensieri e strade alla disperata ricerca di una consistenza, a tu per tu con la tabula rasa della memoria, dalla quale emergono scomposti dettagli che non sa collocare nel tempo: davanti a una statuina della Pietà, si chiede se Gesú e Maria siano vissuti anni prima o millenni addietro, e scambia l’immagine del capo dello Stato con quella di un sultano vissuto un secolo prima. Con ritmo incalzante e analisi cristallina, il romanzo di Burhan Sönmez ci restituisce le peregrinazioni di Boratin nei misteri dell’identità, fino alla domanda estrema: è più liberatorio per un uomo – e per una società – conoscere il proprio passato o dimenticarlo?
L’AUTORE. Burhan Sönmez è nato ad Ankara nel 1965, dov’è cresciuto parlando turco e curdo. Avvocato specializzato in diritti umani, espatriato per motivi politici in Gran Bretagna, dove ha vissuto per circa dieci anni, oggi vive a Istanbul. I suoi romanzi sono tradotti in più di trenta lingue. Docente all’Università metu di Ankara ed editore, è membro di pen International e vincitore dell’ebrd (European Bank for Reconstruction and Development) Literature Prize per il suo romanzo Istanbul Istanbul, pubblicato da nottetempo nel 2016.
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