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Zarriello: "Senza social network non c'è campagna elettorale"

I consigli del giornalista ai candidati

Roberto Zarriello, giornalista foggiano ed esperto di nuovi media e cultura digitale, sta preparando la presentazione del suo ultimo libro “Social Media Marketing - Una Guida per i nuovi comunicatori digitali” (link) che si terrà a Lucera venerdì 25 gennaio alle 19 presso il Circolo Unione di Piazza Duomo. Abbiamo colto l'occasione per fargli alcune domande sul ruolo che i Social Network avranno nella campagna elettorale appena iniziata.
In questa campagna elettorale pare che i social network conquistino un ruolo più importante. E' come sembra?

C'è un aspetto positivo: si inizia a parlare di politica e di social network. Molti politici hanno capito che senza Twitter e Facebook non c'è campagna elettorale. Persino Berlusconi ha deciso di lasciare i 6x3 e puntare sul web oltre che sulla tv. Anche Monti ha aperto  tutti i social possibili e provato a trasformarli in strumenti di marketing politico.  Ma poi c'è un macro aspetto negativo: nessuno ha capito cosa siano davvero i social network. Monti stesso giorni fa ha fatto eliminare alcuni commenti su YouTube, E’ la dimostrazione che quasi tutti usano i social network come vetrina, a scapito del dialogo con gli internauti e della partecipazione, spesso provano ad imitare Obama e la sua vocazione social ma dimenticano la sostanza della comunicazione politica di Obama. Il problema è l'uso che fai dello strumento, prima di utilizzare i social bisognerebbe capirli e viverli.
 
In pratica, è come se qualcuno pensasse di aver trovato solo un'altra piazza dove fare volantinaggio virtuale invece che un luogo dove comunicare e magari ascoltare le istanze dei cittadini?

Il rischio è quello e invece i social media rappresentano la più grande opportunità degli ultimi decenni, in primis dal punto di vista della democrazia partecipata. Ma occorre avere gli strumenti giusti per sapersi orientare e muovere, e se non li si ha magari bisognerebbe farsi aiutare da professionisti, che però devono restare solo dei consulenti evitando l'errore di far gestire i social network completamente ad altre persone.
Il rischio mi pare ancora più forte a livello locale. Cosa consiglieresti a un candidato?
 
Di leggere Facebook e interpretare il pensiero e l’opinione delle persone prima di scrivere, e magari di evitare di parlare di se stessi in terza persona e non rispondere ai commenti. Se apri un profilo o una fanpage hai fatto solo il primo passo,  il bello viene dopo.  Il numero di fans e followers conta ma ancora di più contano le relazioni e le storie che su Facebook e sui social si raccontano giorno dopo giorno. C’è ancora tanto da fare e siamo solo all’inizio ma in ogni caso però il fatto che si inizi a confrontarsi con il proprio elettorati, sia a livello locale che nazionale, è comunque molto positivo

di Redazione 


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