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Scontri Foggia-Barletta, la Nord interviene pubblicamente: “Curva attaccata a freddo”

Una foto per riflettere sulla necessità di quella carica

Si torna a parlare di Foggia-Barletta, si torna a parlare di quell'ultimo sabato calcistico del 2014 che di sportivo non ha ormai più nulla. E, in modo specifico, si torna a parlare di una carica, quella della polizia nei confronti dei tifosi rossoneri presenti in Curva Nord, della quale restano ancora molte incertezze. Nel corso della conferenza stampa di questa sera, Francesco Berlingieri, in rappresentanza della Curva Nord del Foggia, è partito da una fotografia scattata dal campo - “alle ore 17.57 per la precisione” - proprio nell'esatto momento in cui, stando ai rapporti forniti dalla Questura, sarebbe avvenuta quella “oggettiva situazione di pericolo” che avrebbe causato il lancio di lacrimogeni degli agenti, il loro ingresso in curva e la conseguente carica ai tifosi. Tre atti che, così come già affermato dai rappresentanti della Nord a Foggia Città Aperta poche ore dopo la partita (LEGGI), avrebbero causato la cosiddetta “risposta” dei tifosi, concentratasi nella successiva guerriglia del post-partita (LEGGI). Accadimenti che, com'è ormai tristemente noto, hanno prodotto due arresti e dieci Daspo tra i supporters rossoneri, oltre al ferimento di nove agenti e al danneggiamento di 11 mezzi della polizia (LEGGI). 
 
GUARDA IL VIDEO DELLA CONFERENZA
 
“NESSUNO STAVA PROVANDO A SCAVALCARE”. Una foto, dunque, nella quale si vede l'arrivo degli undici rossoneri sotto il settore Nord, per il consueto applauso del dopo-gara (nonostante la sconfitta bruciante contro i vicini di casa barlettani). “In quel momento – afferma Berlingieri a nome della Curva Nord – secondo le autorità competenti vi era una 'oggettiva situazione di pericolo', ovvero il pericolo di uno scavalcamento da parte dei tifosi del Foggia, in direzione dei tifosi del Barletta”. Un progetto irrealizzabile, a dire del tifoso rossonero, anche per via dei quattro muri divisori ad interporsi tra le due sezioni della Nord. “Dalla foto inoltre – continua – si nota chiaramente che non c'era alcun tifoso sulle vetrate, nessuno stava provando a scavalcare. Stavamo aspettando la nostra squadra quando è partita una carica assolutamente ingiustificata, immotivata e irrazionale”. 
 
“RIFIUTO DI DEFLUIRE”. A dire della Nord insomma, le stesse ricostruzioni fornite dalla Questura (LEGGI) eviterebbero accuratamente di dare contezza di quello che, secondo i tifosi coinvolti, è stato il momento cruciale dell'intera situazione, la causa scatenante: “Nelle ricostruzioni successive si vedono gli eventi del prima, del dopo, e c'è uno stranissimo vuoto che riguarda proprio quell'episodio, che rimane centrale. La curva è stata attaccata a freddo – ha aggiunto Berlingieri in conferenza – e la gente ha cominciato a scappare, ad allontanarsi, creando un movimento pericolosissimo...in una curva con mille e passa persone trovi di tutto, non solo ultras, ci sono anche bambini, anziani, donne”. La motivazione della carica, torna a ripetere il sostenitore rossonero, è stata quella del “rifiuto di defluire” da parte del settore, a differenza delle altre aree dello stadio (cosa non vera, com'è consuetudine alla fine di ogni partita del Foggia Calcio).
 
“CRIMINALE LANCIARE LACRIMOGENI SU UNA CURVA INERME”. “La gente è scappata verso l'esterno, cioè dalla polizia, ma nessuno ha detto che i cancelli erano chiusi e la gente veniva sospinta a forza di manganelli verso un cancello chiuso, esattamente quello che dà verso viale Ofanto”. Questo il racconto visto dalla Curva, fornito dalla Curva Nord, di quello che sarebbe avvenuto nel corso della carica delle forze di polizia, aggravata da un'idea, a dire dei tifosi, criminale: quella di “lanciare lacrimogeni su una curva inerme. L'effetto dei lacrimogeni visto sui bambini è impressionante – ha aggiunto Berlingieri – c'erano bambini che piangevano, vomitavano, colpiti da crisi respiratorie... Noi adesso paghiamo per aver difeso quella curva, ma vorremmo invitare tutti a riflettere sulla libertà di informazione, perché vanno ascoltate entrambe le campane, ogni volta. Non siamo dei santi – ha concluso – ma non ci va neanche di passare per criminali, così come invece ci hanno dipinto”.
Si torna a parlare di Foggia-Barletta, si torna a parlare di quell'ultimo sabato calcistico del 2014 che di sportivo non ha ormai più nulla. E, in modo specifico, si torna a parlare di una carica, quella della polizia nei confronti dei tifosi rossoneri presenti in Curva Nord, della quale restano ancora molte incertezze. Nel corso della conferenza stampa di questa sera, Francesco Berlingieri, in rappresentanza della Curva Nord del Foggia, è partito da una fotografia scattata dal campo - “alle ore 17.57 per la precisione” - proprio nell'esatto momento in cui, stando ai rapporti forniti dalla Questura, sarebbe avvenuta quella “oggettiva situazione di pericolo” che avrebbe causato il lancio di lacrimogeni degli agenti, il loro ingresso in curva e la conseguente carica ai tifosi. Tre atti che, così come già affermato dai rappresentanti della Nord a Foggia Città Aperta poche ore dopo la partita (LEGGI), avrebbero causato la cosiddetta “risposta” dei tifosi, concentratasi nella successiva guerriglia del post-partita (LEGGI). Accadimenti che, com'è ormai tristemente noto, hanno prodotto due arresti e dieci Daspo tra i supporters rossoneri, oltre al ferimento di nove agenti e al danneggiamento di 11 mezzi della polizia (LEGGI). 
“NESSUNO STAVA PROVANDO A SCAVALCARE”. Una foto, dunque, nella quale si vede l'arrivo degli undici rossoneri sotto il settore Nord, per il consueto applauso del dopo-gara (nonostante la sconfitta bruciante contro i vicini di casa barlettani). “In quel momento – afferma Berlingieri a nome della Curva Nord – secondo le autorità competenti vi era una 'oggettiva situazione di pericolo', ovvero il pericolo di uno scavalcamento da parte dei tifosi del Foggia, in direzione dei tifosi del Barletta”. Un progetto irrealizzabile, a dire del tifoso rossonero, anche per via dei quattro muri divisori ad interporsi tra le due sezioni della Nord. “Dalla foto inoltre – continua – si nota chiaramente che non c'era alcun tifoso sulle vetrate, nessuno stava provando a scavalcare. Stavamo aspettando la nostra squadra quando è partita una carica assolutamente ingiustificata, immotivata e irrazionale”.
“RIFIUTO DI DEFLUIRE”. A dire della Nord insomma, le stesse ricostruzioni fornite dalla Questura (LEGGI) eviterebbero accuratamente di dare contezza di quello che, secondo i tifosi coinvolti, è stato il momento cruciale dell'intera situazione, la causa scatenante: “Nelle ricostruzioni successive si vedono gli eventi del prima, del dopo, e c'è uno stranissimo vuoto che riguarda proprio quell'episodio, che rimane centrale. La curva è stata attaccata a freddo – ha aggiunto Berlingieri in conferenza – e la gente ha cominciato a scappare, ad allontanarsi, creando un movimento pericolosissimo...in una curva con mille e passa persone trovi di tutto, non solo ultras, ci sono anche bambini, anziani, donne”. La motivazione della carica, torna a ripetere il sostenitore rossonero, è stata quella del “rifiuto di defluire” da parte del settore, a differenza delle altre aree dello stadio (cosa non vera, com'è consuetudine alla fine di ogni partita del Foggia Calcio).
“CRIMINALE LANCIARE LACRIMOGENI SU UNA CURVA INERME”. “La gente è scappata verso l'esterno, cioè dalla polizia, ma nessuno ha detto che i cancelli erano chiusi e la gente veniva sospinta a forza di manganelli verso un cancello chiuso, esattamente quello che dà verso viale Ofanto”. Questo il racconto visto dalla Curva, fornito dalla Curva Nord, di quello che sarebbe avvenuto nel corso della carica delle forze di polizia, aggravata da un'idea, a dire dei tifosi, criminale: quella di “lanciare lacrimogeni su una curva inerme. L'effetto dei lacrimogeni visto sui bambini è impressionante – ha aggiunto Berlingieri – c'erano bambini che piangevano, vomitavano, colpiti da crisi respiratorie... Noi adesso paghiamo per aver difeso quella curva, ma vorremmo invitare tutti a riflettere sulla libertà di informazione, perché vanno ascoltate entrambe le campane, ogni volta. Non siamo dei santi – ha concluso – ma non ci va neanche di passare per criminali, così come invece ci hanno dipinto”.

di Redazione 


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