Stampa questa pagina

Le “storie vere” dei giovani allievi della Piccola Compagnia Impertinente: il reportage che diventa teatro

La prima di due serate al Piccolo Teatro Impertinente

Prendi una decina di giovanissimi aspiranti attori, scandaglia le loro brevissime biografie e poi mettili in strada, sulle tracce di altre storie, altre vite da collegare alle loro. Poi, sette giorni dopo, spingili su un palcoscenico, in pasto al pubblico. A raccontare, interpretare, rivivere. Andare in scena. Sadismo? Macché, piuttosto un interessantissimo spettacolo in divenire, esito di un workshop nato e chiuso da sabato a sabato: “un record”, come ha evidenziato Valerio Millefoglie, l’autore che ha guidato gli “spaventati guerrieri” che ieri sera, sabato 10 febbraio, hanno rappresentato lo spettacolo dal titolo “Tratto da una storia vera” al Piccolo Teatro Impertinente di Foggia, lo spazio teatrale diretto dall’attore e regista Pierluigi Bevilacqua.

TANTE STORIE VERE. Non solo una, in realtà, di storia. Ma tante, e tutte vere (nel foyer, l’autore ha dato alcuni cenni sul tipo di impresa realizzata, come nel video a corredo dell’articolo, ndr). Raccolte a Foggia, in Capitanata, in giro. Oppure scavando nella vita degli stessi protagonisti, alcuni dei quali così giovani e già così pieni di vita, come nel caso di Giammarco Pignatiello, chiamato ad interpretare in forma di stand-up comedy la parte dello stesso Giammarco Pignatiello: “Fino a diciassette anni non mi è successo niente, poi sono stato bocciato due volte a scuola e ho fatto un figlio, e poi il teatro” – con un incipit così, inutile pescare altrove.

LA BULGARA, L’ULTRACENTENARIA, IL CINESE E TANTI ALTRI. Un reportage vero e proprio che diventa narrazione e che lo fa a teatro, “sul serio”, raccontando storie. C’è la quinta donna più anziana d’Italia, di Poggio Imperiale, di centoquindici anni condivisi con figlia e genero, due ottantenni che se ne prendono cura. C’è la bulgara, alle porte di Foggia, innamorata cronica di suo marito Hassan, un ex cantante di sedicente successo ormai più dedito alla bottiglia che alla musica. C’è il cinese proprietario di un ristorante che non conosce il significato della parola vita perché “se va bene, bene, e se va male, va bene lo stesso, l’importante è lavorare”. E ancora, una storia d’amore in forma di favola raccontata in salsa bovinese, la psicologia dell’emergenza di Michele Cusano alle prese con i “crolli” affettivi di Viale Giotto, le gesta eroiche – e un po’ “pallonare” – di chi ha lavorato per anni in un cinema, il “giallo” dell’associazione sordomuti di Foggia, gli oggetti in cambio di pezzi di anima ispirati ad un famoso romanzo e l’incontro cruciale con il mondo dei balli latinoamericani, infine, e chissà se sono poi così brutti…

PRIMISSIMA VOLTA IN SCENA, ALLE PRESE CON LA VITA. “Per molti di loro – ha chiosato Pierluigi Bevilacqua parlando degli allievi della Piccola Compagnia Impertinente – era la primissima volta che andavano in scena, alcuni hanno sedici, diciassette anni”. Una nota non trascurabile, evidente nell’emozione di alcuni, e un po’ meno sui volti e nelle capacità di altri, in fin dei conti così naturale e bella da rientrare nell’esperimento, come un elemento scenico del quale inebriarsi dal pubblico. D’altronde, assistere allo spettacolo di dieci giovanissimi teatranti alle prese con la vita vera è qualcosa che fa star bene a prescindere… E il bello, per loro, deve ancora arrivare.

contenuto sponsorizzato

di Alessandro Galano


 COMMENTI
  •  reload