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  • Pubblicata il: 16/01/2020 08:57:54

Una bomba per lanciare tre messaggi: la tripla sfida della mafia a Foggia

Quando si parla di mafia, evitare la retorica è sempre arduo. Ma non si può che definire “sfida” l’ennesima bomba esplosa nella notte a Foggia.

LA MARCIA. È una sfida della mafia perché avviene a nemmeno una settimana dalla mobilitazione che ha portato migliaia di persone in piazza e rappresenta un messaggio: “Qui comandiamo noi”, per gettare nello sconforto (ma non dovrà avvenire!) quelle persone che hanno marciato assieme contro la criminalità.

LA FAMIGLIA. È una sfida perché l’obiettivo dell’ordigno è un centro gestito dalla stessa famiglia che aveva fatto i conti con un’altra intimidazione, a inizio anno: la bomba ai danni dell’auto di Cristian Vigilante, che aveva denunciato pressioni e richieste estorsive, risultando un elemento fondamentale per portare ai numerosi arresti dell’ormai nota operazione “Decima azione”.

LA VISITA DEL COMMISSARIO. Ed è una sfida allo Stato, inteso come istituzioni. Perché la bomba è esplosa a poche ore dall’arrivo in città del commissario straordinario del Governo per il Coordinamento delle Iniziative Antiracket e Antiusura, che in mattinata incontrerà il Procuratore DDA di Bari, il Procuratore della Repubblica di Foggia e i vertici provinciali delle Forze di Polizia, il Presidente della Provincia, il Sindaco di Foggia, le Commissioni Straordinarie dei Comuni di Manfredonia e Cerignola e il Sindaco di San Severo, le organizzazioni sindacali e le Associazioni antiracket e antiusura attive sul territorio della Provincia. E nel pomeriggio, presso la Camera di Commercio di Foggia, avrà un incontro con il mondo imprenditoriale foggiano. Il commissario sì che dovrà evitare la retorica. Perché di (tante) parole, a Foggia sono stanchi. Quelle migliaia di persone in piazza e il volto pulito della città meritano altro. Non semplici passerelle. Per non gettare nello sconforto chi in strada, venerdì scorso, c’era. E ci ha messo la faccia, non le parole. Perchè, come ha detto don Ciotti, quella delle parole è la mafia più pericolosa...

di Redazione