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Venticinque scrittori nel segno di Kurt Cobain: “Trovare un posto nella letteratura ai giovani degli anni ‘90”

Il libro curato da Piero Ferrante: l’intervista

Una raccolta di racconti scritta da 25 autori diversi, con l’obiettivo di dare un linguaggio letterario alla “generazione morta” degli anni ’90. È “Come spiriti adolescenti” (Radici Future Edizioni, 2019), il libro protagonista della presentazione di domenica 7 aprile nello spazio live della libreria Ubik di Foggia, in occasione dei 25 anni dalla scomparsa di Kurt Cobain.
 
Spazio elettorale autogestito/ De Sabato

“TIRARE FUORI L’ONDA EMOTIVA”. Ad esporre l’antologia saranno alcuni degli autori coinvolti, tra cui I foggiani Christian Di Furia, Francesco D. Nikzat e il curatore e ideatore dell’opera, Piero Ferrante, intervistato da Foggia Città Aperta. L’intento, nelle parole di Ferrante, è quello di selezionare 25 autori allo scopo di dar loro il compito di scrivere “di getto” un racconto ispirato ad una canzone dei Nirvana, provando a tirare fuori “non i ricordi personali di ciascuno, ma l’onda emotiva che quella canzone ha portato loro durante l’adolescenza”. L'evento, in realtà, comincia alle ore 11, con “l’aperilibro” che avrà luogo nella masseria “Ti p-orto in Puglia”, a pochi chilometri da Foggia. Alle ore 19, poi, in libreria, la presentazione vera e propria.  
 
Partiamo dall’aspetto più nobile: questo libro è legato al progetto “Drop House”, di che si tratta?
“L’associazione e casa editrice Gruppo Abele, fondata da Don Luigi Ciotti, ha creato a Torino un punto di ritrovo e di accoglienza per le donne ‘vulnerabili’, cioè in difficoltà economiche, lavorative o sociali, con il nome di ‘Drop House’. Questa struttura, creata nel quartiere ‘Barriera Milano’, è un centro di ritrovo per donne di qualsiasi età, cultura o religione. I diritti del libro e il ricavato andranno proprio alla Drop House per aiutare le persone che frequentano la struttura e che necessitano di avere un punto di riferimento e di appoggio per le proprie situazioni poco favorevoli”.  
 
L’obiettivo del libro è quello di evidenziare delle differenze presenti tra la generazione attuale di adolescenti e quella degli anni ’90, o vuole essere semplicemente un modo per ricordare quegli anni in rapporto con la figura di Kurt Cobain?
“Il fatto di parlare di adolescenti non significa rivolgersi soltanto a loro. Questo libro, infatti, racconta le emozioni che la generazione di adolescenti degli anni ’90 ha provato e vissuto attraverso la musica e attraverso l’esperienza in una società completamente diversa da quella attuale. Quelli sono stati anni di rivolta, anni in cui band musicali come i Nirvana trasmettevano quella voglia di ribellione che era dentro ognuno di noi. Quel senso di inadeguatezza che voleva arrivare al nichilismo, ma che poi è stato ciò che ci ha permesso di identificarci nella società. Comunque, è una generazione che non è mai stata raccontata, non ha mai trovato un suo vero e proprio ‘linguaggio letterario’: il fine principale di questa iniziativa è quella di donare anche a quegli anni un posto nella letteratura”.  
 
Da dove nasce l’idea di un’opera di questo genere e perché ha scelto di parlare proprio dei Nirvana e non di una qualunque altra band con uno stesso livello di importanza?
 “L’idea di utilizzare le canzoni per raccontare le emozioni è nata da un incontro a Torino con Andrea Pomella, il quale ha prodotto uno stesso genere di libro ma parlando dei Pearl Jam. Io invece ho scelto i Nirvana non solo per la ricorrenza dei 25 anni dalla scomparsa di Cobain, ma anche e soprattutto perché credo che i Nirvana siano stati i migliori nell’esprimere lo stato emotivo dei giovani di quel decennio, con un’interpretazione musicale che ha avuto un impatto devastante su di loro.”  
 
A cura di Laura Ruberto e Fiamma Imperio
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di Redazione 


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