Aggressione Domus, da un controllo "casuale" si scopre un arsenale nascosto: tre arresti
La certezza che il
buttafuori della discoteca Domus di Foggia avesse tentato di uccidere il 18enne aggredito
sabato scorso con un colpo d’arma da fuoco si è avuta nella mattinata di
ieri. Per il personale medico e
sanitario
nessun dubbio, quando al termine di un intervento chirurgico, hanno estratto
dalla mandibola fratturata della vittima
un’ogiva. E così la vicenda che ha
portato all’arresto di Aleandro Di Fiore (per tentato omicidio) e la chiusura
per 30 giorni della discoteca, ha avuto ulteriori sviluppi. L’attività della Squadra Mobile si è concentrata sulle
frequentazioni dello stesso Di Fiore, al fine di verificare il
coinvolgimento di terze persone.
IL CONTROLLO. Gli accertamenti hanno permesso di verificare
che il buttafuori,subito
dopo l’aggressione, era stato casualmente controllato con un giovane
incensurato foggiano, il 28enne Renato Console. Per tale ragione, d’intesa con la Procura della Repubblica di
Foggia che ha coordinato tutta l’attività, nel pomeriggio di lunedì, è stata
effettuata una perquisizione presso l’abitazione del 28enne che ha consentito
il rinvenimento di uno sfollagente telescopico. Accurate perquisizioni in
ulteriori domicili (anche dei familiari) hanno permesso poi il rinvenimento di
un vero e proprio arsenale, ovvero 2 pistole cal. 9x21 con matricola abrasa e
relativi caricatori, 2 revolver cal. 38, una pistola semiautomatica con annesso
caricatore rifornito di tre colpi, una penna modificata a pistola cal. 22, una
similarma, un silenziatore, una canna cal. 7.65, un giubbotto antiproiettile e
un centinaio di cartucce di vario calibro.
LA FAMIGLIA. L’attività investigativa ha poi accertato che
della disponibilità di tale arsenale di armi avessero piena contezza anche i
familiari, ovvero i genitori che, in occasione dell’arresto del figlio, temendo
una perquisizione da parte degli investigatori, avevano provveduto a spostare
le armi da un luogo di loro pertinenza a un altro locale. Pertanto anche
Antonio Console (classe ’59) e Lucia Tolve (classe ’63) sono stati tratti in
arresto. Sono in corso ulteriori
accertamenti volti a chiarire se fra le armi rinvenute vi sia anche l’arma utilizzata
per il tentato omicidio, la provenienza delle stesse e la ragione per cui
fossero detenute dalla famiglia.
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