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Dal buco della serratura, ecco la maestra Bianca: l’identità cruda nello spettacolo della Compagnia del Calzino

Sabato 26 e domenica 27 gennaio, Piccolo Teatro Impertinente

Attraversare la “valle di lacrime” della quarta elementare o forse, guardando meglio, attraversare quella della solitudine dell’anima. Tra questi due estremi, tra il sorriso e il lamento, si colloca Bianca, il personaggio protagonista dello spettacolo realizzato dalla Compagnia del Calzino, in scena sabato 26 e domenica 27 gennaio al Piccolo Teatro Impertinente di Foggia.

IL TRAVESTITISMO DELL’IDENTITA’. “Bianca come i finocchi in insalata”: questo il titolo di una pièce letteralmente scritta su misura per l’attore Andrea Ramosi: un uomo nelle vesti di una maestra elementare, Bianca appunto, secondo un felicissimo e più che efficace concetto di travestitismo che dalla vita rimbalza al teatro e viceversa, proprio come sembra fare la protagonista: apparentemente felice della sua relazione con il Signor Direttore, apparentemente soddisfatta del ruolo preso nella sua quarta elementare, apparentemente in armonia con le persone che popolano la sua vita – un’amica logorroica, una madre (quella di lui) che la detesta, un’odiosa anziana che le subaffitta una stanza. Tante voci che, inesistenti sulla scena, diventano personaggi palpabili attraverso un dialogo a una parte che permette allo spettatore di guardare, di spiare morboso dal buco della serratura, la vita di questa insegnante che non riesce ad andare al di là del suo primo giorno di scuola – tanto da ripeterlo una seconda volta, con esito ancor più mesto e terrorizzante della prima.

LA VITA CHE VORREBBE. Intanto, Tony o Antonino, il Signor Direttore, non telefona o si fa negare, tarda a tornare a casa, rifiuta di andare a vivere insieme e quando si affaccia, quando sembra essere rientrato nella vita – o nella stanza – di Bianca, diventa silenzio puro. Ostile, distante, discrepante. E poi doloroso: proprio come l’ulcera che attanaglia Bianca e che riflette il suo stato d’animo, la vita che impersona o che vorrebbe impersonare ogni giorno – la donna e maestra elementare perfetta con una relazione perfetta in un’abitazione perfetta – e che invece, scricchiolando prima e disfacendosi poi, si riduce ad una maschera come tante, ad una solitudine nuda e cruda. In poltrona, le gambe pesanti e la parrucca da femmina in mano.

LA COMICA CRUDELTA’ DI UNA VITA. Scritto e diretto da Silvia Marchetti, interpretato da Andrea Ramosi, “Bianca come i finocchi in insalata” è uno spettacolo sull’identità, esaltato dalle qualità attoriali dell’unico attore in scena: pulito, tecnicamente dotato, straordinariamente a suo agio in ogni frangente della rappresentazione e in grado di trasmettere – e alternare egregiamente, senza dissonanze – la comica crudeltà di una vita, di un animo, di un personaggio amaro, grottesco ma credibile. A esaltare e sottoscrivere, poi, un sottofondo musicale importante: “Human” di Rag’nBone Man. Un dettaglio, o forse no.

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di Alessandro Galano


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