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Carpino Folk, l’affondo del presidente Di Viesti contro il “sedicente festival”

Su Facebook, il lungo post a firma dell’associazione culturale

“L’Associazione Culturale Carpino Folk Festival è del tutto estranea all'organizzazione del sedicente festival, nato nel luglio 2019 su iniziativa del Sindaco del Comune di Carpino”.

PALESE VIOLAZIONE DELLA LEGGE. Comincia così il lungo post pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale del Carpino Folk Festival, a firma Mario Pasquale Di Viesti, presidente dell’omonima associazione culturale. Qualcosa di più di una presa di distanze, non senza affondi di tipo politico, con diretto riferimento all’attuale amministrazione guidata dal primo cittadino Rocco Di Brina. Quest’ultima, pertanto, starebbe per riproporre la manifestazione che, dal 2019, risulta, come scrivono dall’associazione, “in pausa”. “La verità è che il Carpino Folk Festival è stato costretto a fermarsi – scrive Di Viesti – perché, visti i numeri in crescita, non poteva più proseguire con gli eventi in Piazza del Popolo, specie a fronte del parere contrario della Questura e stante la palese violazione delle norme di legge in materia di sicurezza, sanità, inquinamento acustico, sicurezza e igiene sugli ambienti di lavoro, di viabilità etc”.

“CI SIAMO FERMATI”. “Abbiamo tollerato anni di promesse disattese – si legge ancora – e abbiamo fatto investimenti diretti a spostare le serate centrali della manifestazione in un’area più sicura ma davanti all’ennesimo impegno non onorato abbiamo detto basta e ci siamo fermati. Ci siamo fermati perché abbiamo rispetto della legge ma, soprattutto, perché abbiamo rispetto del nostro pubblico e non volevamo essere ricordati per quelli che sono andati avanti nonostante tutto e hanno partorito l’ennesima tragedia annunciata”.

“RIVOLGERCI ALL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA”. L’accusa dell'Associazione Culturale Carpino Folk Festival è quella di vedere sfruttato un lavoro – innegabile e di straordinaria rilevanza nazionale – costruito negli anni. “È innegabile, infatti – si legge in merito – che la nostra rassegna si è guadagnata un posto di rilievo tra le più importanti manifestazioni regionali, del sud Italia e nazionali. È discutibile l'affidamento di finanziamenti pubblici, senza gara, per consentire di perpetuare tale speculazione nei nostri confronti. A tutela del nostro bagaglio e di quello che in tutti questi anni abbiamo costruito stiamo valutando, nostro malgrado, l'opportunità di rivolgerci sia in sede amministrativa che all'autorità giudiziaria per tutelare i nostri diritti e interessi”.

BELLA CIAO. Un solco, dunque, non colmabile, a dire degli organizzatori storici della kermesse – fino a qualche anno fa tra le più amate in Italia – che perciò sottolineano l’incongruenza dei “continui e non pertinenti richiami agli ideali del fondatore del Carpino Folk Festival, Rocco Draicchio”, i cui principi sarebbero “lontanissimi ed incompatibili rispetto al modus operandi a cui siamo costretti ad assistere”. Infine, la stoccata politica: “agli artisti che verranno a cantare ‘Bella Ciao’ vogliamo dire per chiarezza e correttezza che chi gli ha firmato i contratti, nel novembre 2019, è stato investito del ruolo di segretario cittadino della Lega - Salvini Premier”.

di Redazione 


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