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Chioschi abusivi, Jenny Moffa rinfresca la memoria a Landella: “Ho le mail tra me, te, Stanchi e Guadagno”

“Landella ha perso un’altra occasione per tacere, ormai ci ha abituati ai suoi schizofrenici tentativi di mischiare le carte per sfuggire alle responsabilità sue e della tecnostruttura che dirige e controlla”. Cosi Jenny Moffa, ex assessore alle Attività economiche del Comune di Foggia, irrompe nella discussone sul fenomeno delle bancarelle abusive seguita al blitz dei giorni scorsi. “Rivendicare con orgoglio il mio operato, l’atto di indirizzo, che su suo impulso e per mano del Dirigente Stanchi, è stato violato ed eluso – rincara la dose contro Landella -, è un esercizio inutile che non lo solleverà dalla responsabilità politica che è ascrivibili esclusivamente a lui, mentre per quelle di altro profilo evidentemente saranno accertate dagli organi preposti”.

LA CORRISPONDENZA. “Ricordo al Sindaco pro tempore Franco Landella - continua Moffa - la folta corrispondenza, in PEC, tra me, lui, il ‘suo’ dirigente Stanchi e il ‘suo’ segretario generale Guadagno con la quale evidenziavo tutti i profili di illegittimità: del mancato rispetto della legge Regionale n. 18 del 2001 che ne disciplina la materia, il codice del commercio, il nuovo codice della strada, la materia urbanistica e la legge anti mafia, oltre alla verifica dei requisiti personali e professionali, contenuti in quei permessi rilasciati dal Servizio, profili che sono stati, tutti, confermati e richiamati dai dispositivi di sequestro della Magistratura”.

IL DIRIGENTE. L’ex assessore ha poi qualcosa da dire anche sulla rimozione di Stanchi. “Ricordo inoltre al sindaco pro tempore – evidenzia - che la stessa nomina di Stanchi al Servizio Attività economiche seguiva a una mia richiesta di provvedimento disciplinare, alla quale il sindaco non ha mai dato seguito, richiesta che feci oltre per la condotta seguita dallo stesso nel dirigere il Servizio, anche e soprattutto per il mancato rispetto delle norme anti mafia, come ad esempio la rotazione del personale negli uffici, questione sistematicamente e formalmente proposta al Segretario Generale, inutile evidenziare che le mie richieste, tutte formalizzate ed agli atti, sono rimaste inevase”.

GLI IMPIANTI. Poi, una puntata sulla questione impianti pubblicitari. “Giova ricordare – prosegue Moffa -, così tanto per evitare che il Sindaco pro tempore cada di nuovo dalle nuvole, che evidenziai anche i profili di illegittimità delle concessioni di impianti pubblicitari che ancora in questi giorni, e da qualche settimana antecedente le elezioni regionali del 2015, si vedono proliferare ad ogni angolo della città, in sistematica violazione delle norme che regolano il settore, oltre che del codice della strada”.

LE ‘CASETTE DI LANDELLA’. “Furono questi i motivi, insieme alla mancata adozione alla Stazione Unica Appaltante, a convincermi alle dimissioni - conclude Jenny Moffa - e il rammarico per un duro lavoro fatto in sinergia con tutte le forze dell'ordine, per il Protocollo di intesa da me fortemente richiesto e che sarebbe stato firmato dalla Prefettura, Comune di Foggia, le forze di Polizia, la CCIAA, e le diverse associazioni di categorie, per i tavoli tecnici tenuti presso la Questura di Foggia e che avrebbe portato alla conclusione definitiva di tale fenomeno, tutto vanificato da quelle scelte sbagliate del sindaco pro tempore che hanno di fatto generato false aspettative in quegli operatori abusivi che hanno ritenuto di dover e poter fare anche un cospicuo investimento, in termini finanziari, per realizzare le cosiddette casette di Landella”.

di Redazione 


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