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Corte d'Appello di Lecce a rischio soppressione, la mobilitazione Aiga passa anche da Foggia

La lettera al ministro della Giustizia, Orlando

Una lettera al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, contro la soppressione della Corte d’Appello di Lecce. Si mobilita anche l’Aiga, l’associazione italiana giovani avvocati (SEGUI LA NOSTRA RUBRICA: AIGA RISPONDE), presieduta dal foggiano Michele Vaira e, a ruota, le sezioni pugliesi di Lecce, Brindisi, Taranto, Bari, Foggia (presieduta da Valerio Vinelli), Trani e Lucera.

IL DISEGNO GOVERNATIVO. Le sezioni pugliesi – si legge nella lettera al ministro - prendono conoscenza, dalla stampa locale (nella specie dal Nuovo Quotidiano di Puglia), dell’avanzamento di un disegno governativo teso alla soppressione delle Corti di Appello distrettuali non radicate nei capoluoghi di Regione. In tal senso, per quel che riguarda la Puglia, ciò implicherebbe la soppressione della Corte d’Appello di Lecce e del suo distaccamento di Taranto, per far confluire tutto il suo contenzioso – che, ricordiamo a noi stessi, ricomprende le provincie di Lecce, Taranto e Brindisi- nell’ambito della competenza della residua Corte d’Appello di Bari.

I PROBLEMI LOGISTICI. Il disegno – prosegue la missiva - mostra sin da subito la totale irrazionalità e un palese contrasto con la possibilità di soluzione dei numerosi problemi logistici che la recente soppressione delle Sezioni Distaccate, disancorata da un’analisi delle singole realtà territoriali, ha già portato agli occhi di tutti gli operatori del Settore Giustizia, dell’utenza e del Paese intero.

LA MACCHINA GIUDIZIARIA. Un disegno – evidenzia la lettera - che aggraverebbe, fino a paralizzarlo del tutto, il già faticoso andamento della macchina giudiziaria, di cui la Corte d’Appello di Lecce è comunque baluardo, costituendo il massimo presidio giudiziario locale per un bacino di utenza di notevolissima portata, sia territoriale che economica, che umana.

I DIRITTI. AIGA – si sottolinea - non può non evidenziare come le esigenze di contenimento della spesa pubblica – le uniche che possono ragionevolmente ritenersi sottese ad un simile progetto – non possano e non debbano porsi – così come continuano, purtroppo, a fare - come ostacolo all’esercizio, da parte dei cittadini, di diritti costituzionali fondanti di un Paese Civile quali, tra i primi, il diritto alla difesa ed il diritto ad un processo di ragionevole durata. Diritti che questo disegno, ove mai realizzato, schiaccerebbe del tutto, comportando l’ulteriore allontanamento del Giudice dal cittadino, sia dal punto di vista geografico che, soprattutto, dell’ovvio aumento esponenziale dei costi, già pesantissimi, per accedervi. Senza dimenticare, da ultimo, il sacrificio che ciò comporterebbe per tutti i professionisti – tra i quali vanno annoverati in primis gli Avvocati – il cui apporto economico, culturale e sociale è di indubbia importanza per la rinascita e la tenuta del Paese.

IL DIALOGO. Le Sezioni pugliesi di AIGA – conclude la lettera a Orlando - manifestano, pertanto, la loro assoluta contrarietà al disegno normativo oggi portato all’attenzione dell’opinione pubblica e, nell’auspicare l’avvio di un serio e fattivo momento di confronto sul punto con la Giovane Avvocatura (che di queste riforme è la prima destinataria), peraltro in linea con il dialogo già avviato sin dalla Sua nomina, Le chiedono di riconsiderare ogni determinazione sul punto che sia disancorata da un concreto e condiviso esame delle peculiarità della realtà giuridica pugliese.

di Redazione 


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