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MEGLIO O PEGGIO. Scherzi a parte. Prima la rotonda di via Parini pagata da Belen e Iannone, poi il Festival delle Idee dell'Università di Foggia, poi la visita ai bambini dell'ospedale di San Giovanni Rotondo, ora il ragazzo autistico che hanno portato in America e che è stato protagonista della puntata di ieri. Vuoi vedere che non solo i foggiani non sono tutti come Pio & Amedeo, ma sarebbe meglio se lo fossero?
BORDER LINE. Parlare dell'autismo in quel modo è border line? Certo. Portare un ragazzino in un casinò o fargli rubare le caramelle in un autogrill non è educativo? Certo. Quello di Pio & Amedeo resta comunque uno spettacolo televisivo con l'intento di far ridere la gente, e quasi sicuramente non li faranno santi o né gli dedicheranno un ospedale. E se non ci piacciono possiamo criticarli o non vederli. Però sarebbe ancora meglio se ci chiedessimo cosa possiamo fare per aiutare i ragazzini disabili della nostra città e le loro famiglie. Se nelle scuole dei nostri figli si fa il possibile per integrarli, se il Comune e la ASL fanno il loro dovere, se ci sono ancora barriere architettoniche e i loro parcheggi e scivoli sono liberi.
BENIGNI & ZALONE. Per scherzare su certi temi, senza essere volgari e senza far arrabbiare nessuno occorre essere dei geni o dei pazzi. Pensate a Checco Zalone che canta “gli uomini sessuali” o a Benigni che fa dire a Lillo “hai fatto l'amore?”. Certo, questi sono due geni mentre Pio & Amedeo, insieme ai loro autori, sono semplicemente pazzi, ma tra genio e pazzia più o meno siamo lì, no?
PS. Io Michele l'ho frequentato per alcune settimane quando facevo il servizio civile all'Assori. Avrei voluto farmi aiutare per l'esame di matematica, ma non avevo la faccia tosta di Pio & Amedeo. Finì che dovetti ripeterlo più volte fino a quando la professoressa non si impietosì e mi fece passare...
#Satira Cronaca semi-seria dell'impegno sociale di Pio e Amedeo
Pio & Amedeo? Due ignoranti che girano il mondo a scrocco e sfottono le ragazze? Non rappresentano certo Foggia. La nostra città è rappresentata dalla sua massima istituzione democratica, dal Consiglio Comunale dove come avete visto la settimana scorsa... no vabbè, nind... mi sa che è meglio se la città la rappresentano Pio & Amedeo...
MEGLIO O PEGGIO. Scherzi a parte. Prima la rotonda di via Parini pagata da Belen e Iannone, poi il Festival delle Idee dell'Università di Foggia, poi la visita ai bambini dell'ospedale di San Giovanni Rotondo, ora il ragazzo autistico che hanno portato in America e che è stato protagonista della puntata di ieri. Vuoi vedere che non solo i foggiani non sono tutti come Pio & Amedeo, ma sarebbe meglio se lo fossero?
BORDER LINE. Parlare dell'autismo in quel modo è border line? Certo. Portare un ragazzino in un casinò o fargli rubare le caramelle in un autogrill non è educativo? Certo. Quello di Pio & Amedeo resta comunque uno spettacolo televisivo con l'intento di far ridere la gente, e quasi sicuramente non li faranno santi o né gli dedicheranno un ospedale. E se non ci piacciono possiamo criticarli o non vederli. Però sarebbe ancora meglio se ci chiedessimo cosa possiamo fare per aiutare i ragazzini disabili della nostra città e le loro famiglie. Se nelle scuole dei nostri figli si fa il possibile per integrarli, se il Comune e la ASL fanno il loro dovere, se ci sono ancora barriere architettoniche e i loro parcheggi e scivoli sono liberi.
BENIGNI & ZALONE. Per scherzare su certi temi, senza essere volgari e senza far arrabbiare nessuno occorre essere dei geni o dei pazzi. Pensate a Checco Zalone che canta “gli uomini sessuali” o a Benigni che fa dire a Lillo “hai fatto l'amore?”. Certo, questi sono due geni mentre Pio & Amedeo, insieme ai loro autori, sono semplicemente pazzi, ma tra genio e pazzia più o meno siamo lì, no?
PS. Io Michele l'ho frequentato per alcune settimane quando facevo il servizio civile all'Assori. Avrei voluto farmi aiutare per l'esame di matematica, ma non avevo la faccia tosta di Pio & Amedeo. Finì che dovetti ripeterlo più volte fino a quando la professoressa non si impietosì e mi fece passare...
di Sandro Simone
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