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Ancora un omicidio a Foggia, Daniela Marcone: “È il tempo delle scelte, spaventa chi nega l’esistenza della mafia: così diventa colpevole”

“Non è più possibile ignorare la presenza mafiosa a Foggia e nelle sue province, senza rinnegare anche il dolore delle vittime e delle loro famiglie; senza rinnegare l'impegno di una parte di città che ha provato, senza tregua, a costruire una cultura che contrastasse la mafia e la mafiosità. Quanta memoria occorre in questa città in cui tutto - in certi pezzi della comunità stessa - pare scivolare nell'inconsapevolezza e nell'indifferenza, a questo punto colpevoli e da sottolineare con determinazione. E mi chiedo, con dolore e indignazione cocenti, come sia possibile sottovalutare quanto continua ad accadere a Foggia e in alcuni luoghi della sua provincia. Davvero è il tempo, questo, della consapevolezza piena che ci porti, tutte e tutti, dalla riflessione all'impegno e all'azione convinta!”.

TRA MEMORIA E AZIONE. Daniela Marcone rompe l’imbarazzante silenzio delle istituzioni - rotto solo in parte dalla nota del commissario Cardellicchio - e delle forze politiche dopo l’ennesimo omicidio di stampo mafioso avvenuto ieri – 20 maggio – a Foggia. Lo fa con parole nette che vogliono unire passato e futuro prossimo della città che significa, anche, prossime elezioni amministrative in programma tra ottobre e novembre. Da un lato la necessità di memoria, dall’altro l’invito a passare dalla ‘semplice’ riflessione all’impegno e all’azione convinta. E con l’appuntamento elettorale alle porte, dopo lo scioglimento del Comune per due anni, l’esortazione è evidente: non lasciarsi ammaliare da operazioni di marketing politico in vista delle elezioni ma considerare l’impegno e l’azione in prima persona, per poi scegliere i candidati con oculatezza.

LA MEMORIA: L’AGGUATO IN CUI MORI’ DE CANDIA. Poche ore prima che Salvatore Prencipe, boss della batteria mafiosa Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese, venisse freddato in viale Kennedy a colpi di fucile, Daniela Marcone era impegnata con Libera a Palazzo Dogana per la presentazione del libro di Luca Pernice “La Società foggiana e la quarta mafia”. Nel corso dell’incontro è stato ricordato più volte un altro agguato che vide coinvolto proprio Prencipe. Era lui il bersaglio dei sicari che il 21 settembre 1999 irruppero in un bar di via Fania e uccisero l’incolpevole Matteo Di Candia, pensionato che stava festeggiando il suo onomastico. Un episodio sconvolgente, sconosciuto a molti, che Libera ha raccontato più volte nelle scuole e in incontri pubblici. Parte da questo parallelismo Daniela Marcone per sollecitare al dovere della memoria: “Quanta memoria occorre in questa città – scrive - in cui tutto, in certi pezzi della comunità stessa, pare scivolare nell'inconsapevolezza e nell'indifferenza, a questo punto colpevoli e da sottolineare con determinazione”.

L’INVITO ALL’AZIONE. Non è solo un grido di amarezza quello della vicepresidente di Libera. Il suo è un moto di ribellione non solo allo stato di acquiescenza e arrendevolezza in cui sembra assopita la città ma anche nei confronti di chi, con un’operazione gattopardesca, sembra voler nascondere sotto un tappeto ciò che è avvenuto nel capoluogo dauno negli ultimi anni. Daniela Marcone prova a scuotere i foggiani: “Non è più possibile ignorare la presenza mafiosa a Foggia e nelle sue province, senza rinnegare anche il dolore delle vittime e delle loro famiglie” riflette - lei figlia di Franco, vittima innocente della mafia; “senza rinnegare – aggiunge - l'impegno di una parte di città che ha provato, senza tregua, a costruire una cultura che contrastasse la mafia e la mafiosità. Mi chiedo, con dolore e indignazione cocenti, come sia possibile sottovalutare quanto continua ad accadere a Foggia e in alcuni luoghi della sua provincia”. Quindi chiama in causa foggiane e foggiani: “Davvero è il tempo, questo, della consapevolezza piena che ci porti, tutte e tutti, dalla riflessione all'impegno e all'azione convinta!”.

IL TEMPO DELLE SCELTE. Fare memoria, dunque, per evitare che anche il prossimo turno elettorale si trasformi in un’occasione perduta per una reale svolta in città. Daniela Marcone ha espresso gli stessi concetti con parole – se possibile – ancora più chiare nel corso del suo intervento alla terza assemblea della Comunità Politica Foggia, l’esperienza che da qualche tempo coinvolge centinaia di cittadine e cittadini impegnati in gruppi tematici di studio e pronti a presentare una lista civica alle prossime amministrative. “È il tempo delle scelte – ha ribadito ai presenti. “Non ne abbiamo tanto, deve essere chiaro a tutti. Lo scioglimento deve darci piena consapevolezza che la presenza della criminalità con le sue infiltrazioni ha avuto influenza sull’evoluzione e sullo sviluppo della città. Occorre costruire un’identità comune tra i cittadini per costruire il riscatto di Foggia. La relazione di scioglimento del Comune, emessa dal Prefetto, avrebbe dovuto essere letta nelle scuole e, invece, ci ritroviamo dinanzi a chi tenta di cancellare quanto è avvenuto".

I PERICOLI DEI ‘NEGAZIONISTI’. Daniela Marcone avverte forte il pericolo di un intenzionale ridimensionamento di quanto accaduto. Da più parti si tenta di delegittimare i provvedimenti del prefetto, compreso le interdittive emesse nei confronti di imprese soggette a infiltrazione mafiosa. Una visione che di recente ha avuto asilo anche all’università di Foggia che ha ospitato l’intervento di Piero Paciello. Il direttore de L’Attacco ha derubricato a “operazione politica da Roma” il racconto della quarta mafia foggiana. “Mi sembra di essere ritornati negli anni novanta quando del camorrista Cutolo - che aveva scelto Foggia come nuova base - non si poteva parlare” denuncia. “Tutto ciò è inaudito e pericoloso. Non è possibile accusare di aver sporcato il nome di Foggia tutte le persone che invece hanno raccontano nelle sedi opportune come la mafia attanaglia la città. Abbiamo diritto alla verità e a comprendere che i meccanismi corruttivi colpiscono ancora".

L’IMPEGNO POLITICO. È da tali considerazioni che Daniela Marcone fa discendere l'urgenza dell'impegno: “Non possiamo continuare a restare zitti. Dobbiamo esprimere il dissenso. Confido in una narrazione nuova che possa arrivare dalla Comunità” ha concluso. “Da cittadine e cittadini dobbiamo essere interessati a quello che accadrà. Guardiamo con attenzione ai candidati che saranno proposti nelle varie liste, ai programmi. Per il bene della nostra città dovremo avere un interesse concreto e competente”.

di Michele Gramazio


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