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Da ex falegnameria dismessa ad atelier per agli artisti di Roma: il “sogno reale” di Francesco Petrone (da Foggia)

Inaugurato lo scorso 26 ottobre al quartiere Alessandrino

“Era una falegnameria storica in un quartiere popolare di Roma, poi è diventata tante altre cose, persino una chiesa nigeriana, fino ad essere abbandonata per oltre dieci anni. Adesso è la mia casa, il mio studio d’arte e un luogo in cui ognuno può ‘autodichiarare’ ciò che è”.

STUDIO D’ARTE PETRONE. Non nasconde l’orgoglio Francesco Petrone, artista, scultore e docente foggiano che, lo scorso 26 ottobre, durante il Rome Art Week ha inaugurato un proprio interessantissimo spazio a Via delle Ciliegie, nella capitale d’Italia – città in cui vive ormai da anni. Oltre 200mq prestati al pubblico ingegno e, naturalmente, al proprio, giacché lo Studio d’Arte Petrone è anzitutto “casa e bottega” in cui esprimersi e mettere in mostra i lavori, frutto di una ricerca lunga e via via sempre più apprezzata da pubblico e critica. Installazioni, sculture, performance, ma anche presentazioni di libri, musica e teatro – altra grande passione dell’artista, a lungo collaboratore del Teatro dei Limoni di Foggia, oltre che con altre realtà teatrali. “Gli incontri che hanno luogo nel mio spazio li ho definiti ‘(s)comodi’ perché voglio che ognuno possa sentirsi in condizione di autodichiararsi – ha spiegato Petrone – senza programmazione: qui tutto è nato in modo spontaneo e tutto deve restare spontaneo”.

CHIUDERE UN CERCHIO DELLA VITA. Il termine è ingombrante, ma l’aria che si respira nello Studio di Via delle Ciliegie è quella di una factory. “Entro Natale avranno luogo altre tre o quattro iniziative, l’idea è quella di accogliere delle storie ma anche organizzare e ospitare eventi e workshop”. Un piccolo sogno divenuto realtà per un artista lanciatissimo che, tra le varie cose, sottolinea l’armoniosa integrazione dello Studio tanto con il quartiere quanto, soprattutto, con lo stabile che lo ospita. “Alcuni degli ex proprietari – racconta – vivono nel palazzo, gli inquilini sono orgogliosi di aver visto rinascere un posto che, negli ultimi dieci anni, era praticamente morto. All’inaugurazione c’erano tutti, molti continuano a frequentarlo, persino a sostenerlo con donazioni di vario tipo: si tratta di un progetto non solo artistico, ma anche di riqualificazione. Inoltre – continua l’artista foggiano – dei cento luoghi visti in questi ultimi anni, questo è stato l’unico che mia madre ha fatto in tempo a vedere: all’epoca era solo un sogno perché costosissimo, adesso è realtà e per me ha chiuso un cerchio importante della vita”.

CORONE DI SPINE E FEDE NON RELIGIOSA. Un’idea divenuta realtà nel giro di un anno e maturata tra i due lockdown, con un’accelerazione negli ultimi mesi in cui Francesco, lavorando sodo e quasi in solitaria, ha provveduto all’allestimento, alla suddivisione degli spazi, alla pavimentazione in legno e ai vari dettagli del caso. Quanto basta, poi, per liberare agli occhi del pubblico quelle che sono le sue principali concrezioni artistiche, visto che lo Studio d’Arte Petrone è anche e soprattutto una galleria espositiva della sua arte. “Uso molto il cemento armato – ha spiegato, parlando degli ultimi lavori realizzati ed esposti – perché mi piace il materiale crudo, edilizio, la pietra che diventa polvere e che torna pietra: un’ispirazione in linea con l’ultima direzione intrapresa, quella dei simboli della fede”. Nonostante le corone di spine più o meno giganti che sorprendono i visitatori, Petrone non intende la fede dal punto di vista meramente religioso, piuttosto “come necessità di appartenenza a un gruppo, a una comunità che ti riconosca, senza rinunciare all’elemento autobiografico, presente nel mio lavoro”.

SAN PIETRONE E SAN GENNA’. È il caso di San Pietrone, installazione cinetica per dMake Art Gallery di Roma, opera in stampa 3d che scansiona il volto dell’artista stesso su un modello di San Pietro e che, inesorabile e provocatoria, piange letteralmente a gettoni. Ma anche Cor Agis, realizzata in legno – altro materiale scelto dall’artista – per la Biennale di Scultura di Piazzola sul Brenta e di Viterbo. Passando per Souvenier da una croce – pubblicata sul libro “Volgeranno lo sguardo” da Lateran University Press – e arrivando a San Gennà, un cuore provocatoriamente evocante il famoso miracolo del santo amato dai napoletani il quale però, selezionato per la mostra ART 72 di Shanghai, ha ricevuto il veto della censura cinese, in quanto “opera pericolosa e sovversiva per il governo” – così come scritto nella mail di “rigetto”.

ESISTERE TRA GLI OPPOSTI. “Nell’arte io mi sono salvato – conclude non senza emozione Francesco da Foggia – perché riesco a raccontare tutti questi dissidi, oscillando tra classico e sperimentale, giocando sul filo del rasoio e provando a esistere proprio lì in mezzo, tra gli opposti, laddove ha vita l’equivoco”. Al di là delle definizioni, lo Studio d’Arte Petrone rappresenta un punto di snodo fondamentale per la carriera dell’artista foggiano: un luogo aperto all’arte altrui e propria in un quartiere storico di Roma in cui consolidare rapporti e crearne di nuovi. Avamposto privilegiato dal quale prendere definitivamente il volo.

di Alessandro Galano


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