Femminicidio a Foggia, la denuncia di Impegno Donna: "Avevamo segnalato il Rischio Alto alla Procura ma nessun provvedimento: così fallisce tutto"
La rabbia della presidentessa Franca Dente
“Avevamo preso in carico il caso della donna (Hayat Fatimi 46enne uccisa nella notte a Foggia ndr) nel mese di aprile. La donna si era rivolta a noi per le continue aggressioni fisiche e psicologiche di un uomo. Dopo la fase di ascolto e valutazione abbiamo segnalato “Rischio alto” alla procura nella metà di giugno. Se questo poi non determina provvedimenti dell’autorità giudiziaria e controlli delle forze dell’ordine con la stessa tempestività con cui agiamo noi fallisce l’intero sistema”.
LA DENUNCIA. È netta la denuncia di Franca Dente, presidentessa dell’associazione Impegno Donna di Foggia che da oltre trent’anni – anche come Centro Antiviolenza – si occupa di ascolto telefonico, consulenza sociale, psicologica, legale alle donne vittime di violenza e in difficoltà. Il tono di Franca Dente è perentorio ma affranto considerato il fatto che l’ultima vittima di un più che probabile femminicidio aveva avuto il coraggio di denunciare per tempo ma non è bastato.
IL RACCONTO. “Alla nostra associazione arrivano tante segnalazioni ma noi possiamo muoverci solo quando la donna vittima di violenza supera il timore di denunciare” spiega Franca Dente. “Nel caso di Hayat Fatimi questo è avvenuto. Nel mese di aprile si è presentata al nostro sportello e ha denunciato il suo aggressore, con il quale aveva avuto una breve relazione. Aveva subito deciso di troncare ed era seguita la denuncia per violenza fisica, violenza psicologica, stalking. Quando prendiamo un caso in esame agiamo con rapidità vista la delicatezza della questione. Dopo tutte le valutazioni e l’affiancamento il 16 o 18 giugno – non ricordo con esattezza ma il periodo è quello – abbiamo inviato alla procura la segnalazione di ‘Rischio Alto’.
IL SISTEMA. A questo punto, grazie ai procedimenti snelli previsti dal ‘Codice Rosso’ la procura avrebbe dovuto acquisire la segnalazione ed emettere i provvedimenti ritenuti più opportuni: dal divieto di avvicinamento fino all’obbligo di braccialetto elettronico. “A oggi che io sappia – rivela Franca Dente – non era stato emesso alcun provvedimento. Il 23 luglio scorso la donna è ritornata allo sportello per dire che le violenze continuavano, che era stata dalla polizia per chiedere aiuto ma che le avevano risposto che non risultava emesso nulla. Da allora la donna non ci ha comunicato novità. In ogni caso i tempi devono essere più rapidi altrimenti fallisce l’intero sistema”.
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