LO SGOMBERO. Vogliamo, opportunamente, precisare che in data 19.11.1999 – scrivono le famiglie - l'allora sindaco di Foggia, Paolo Agostinacchio intimava lo sgombero del palazzo ex Scivar di viale Fortore, dove risiedeva gran parte di quelli che oggi vengono definiti occupanti dell'ex distretto militare. Conseguentemente il Comune di Foggia con verbale di consegna del 22.11.1999 riceveva la ridetta struttura militare dal Ministero della Difesa per far fronte alle sopravvenute e urgenti necessità di procedere alla sistemazione alloggiativa dei numerosi nuclei familiari destinatari dei provvedimenti di sgombero.
LA SCADENZA. “Va precisato – proseguono - che alcun termine è indicato in detto verbale in ordine alla disponibilità concessa per l'uso della relativa struttura, ma la durata della consegna venne individuata sino al perdurare dell'emergenza abitativa, e ciò in palese contraddizione con quanto riportato nel comunicato del Comune di Foggia. Altresì – sottolineano -, va fatto rilevare che l'acquisizione del Comune di Foggia da parte del Demanio della struttura ex distretto militare è avvenuta ai sensi dell'art. 56 bis Legge 98/2013 che al comma 5 recita quanto segue: ‘Nei provvedimenti di cui ai commi 2 e 3 si prevede che, trascorsi tre anni dal trasferimento, qualora all’esito di apposito monitoraggio effettuato dall’Agenzia del demanio l’ente territoriale non risulti utilizzare i beni trasferiti, gli stessi rientrino nella proprietà dello Stato, che ne assicura la migliore utilizzazione’. Quindi il trasferimento della struttura ex distretto militare non era subordinata ad alcuna finalità pubblico istituzionale, vincolo di poi impresso con successiva delibera consiliare del 20.03.2015 del Comune di Foggia come riportato nel comunicato del Comune”.
I LAVORI. Le famiglie, poi, evidenziano un altro aspetto: “Non è dato comprendere – scrivono - come mai il Comune di Foggia che decideva nel marzo del 2015 di destinare l'immobile ad altre finalità, a distanza di qualche mese - ovvero nel Novembre del 2015 –, come se nulla fosse stato deciso in sede di consiglio comunale, inviava a tutti i nuclei familiari dell'ex distretto comunicazione con la quale oltre a farsi carico delle spese di installazione di energia elettrica dei contatori richiedeva la disponibilità a ciascuno nucleo familiare di effettuare a proprie spese i lavori di collegamento dai relativi contatori ai singoli alloggi. Cosa – specificano - che poi avvenne!”.
IL RIESAME. Infine, analizzando delle motivazioni del riesame proposto avverso la misura cautelare del sequestro preventivo dell'ex distretto militare, emerge “l'assoluta insussistenza in capo a taluni ovvero la stragrande maggioranza dei nuclei familiari del reato di occupazione abusiva. Ciò che, ulteriormente ci sconcerta, in una situazione critica come quella di cui si discute – ribadiscono le famiglie -, è la posizione del Comune di Foggia che nonostante a più riprese sia stato invitato ad istituire un tavolo tecnico o comunque ad avere, all'esito delle relative motivazioni un incontro con alcuni rappresentanti dei nuclei familiari per approfondire meglio le ragioni degli stessi, ha inteso affidare la propria posizione esclusivamente agli organi di stampa”.
LE VIOLENZE. Infine,
una ulteriore presa di posizione. “Cogliamo l'occasione – concludono - per
evidenziare come molte famiglie non hanno preso parte agli episodi di violenza
e di illecita manifestazione messi in atto solo da alcuni facinorosi e dai
quali ci dissociamo e ne prendiamo le distanze condannando quanto dagli stessi
messo in atto”.