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“Foggia Comune leghista”, le (inevitabili) scuse del sindaco Landella. Ma bastano?

“Sul campanile del Comune svetterà la bandiera della Lega. Caro Matteo, consegno l’Amministrazione nelle tue mani”.

PROTESTE UNANIMI. Non è andato giù praticamente a nessuno il modo in cui Franco Landella nella conferenza stampa di ieri domenica 23 agosto, ha annunciato il suo ingresso nel partito della Lega. In più di un’occasione le parole pronunciate dal primo cittadino sono state ritenute offensive nei confronti della città. Un conto è annunciare un cambio di ‘casacca’ politica, un altro quello di voler associare Foggia al pensiero della lega.
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LE SCUSE. A 24 ore dal ‘fattaccio’, il sindaco scrive per dirsi rammaricato del fraintendimento delle sue dichiarazioni e sorpreso delle strumentalizzazioni politiche. “Sono sinceramente dispiaciuto per i fraintendimenti che hanno provocato le mie dichiarazioni in occasione della manifestazione con il senatore Matteo Salvini, riferite alla consegna dell’amministrazione e della bandiera della Lega sul campanile” dichiara il primo cittadino che poi aggiunge: “Chiedo scusa se non sono riuscito a far percepire ciò che realmente volevano significare con la metafora che ho utilizzato: il perfezionamento di un progetto politico che può consentire alla città di essere maggiormente, compiutamente, rappresentata a livello regionale e nazionale per le problematiche che siamo costretti quotidianamente a fronteggiare e per le quali abbiamo ricevuto sempre deludenti attenzioni”.

FEDELE AL CENTRODESTRA. Landella rivendica, inoltre, la pretestuosità di considerare trasformismo il suo passaggio nella Lega in quanto facente parte della coalizione di centrodestra: “Sono sorpreso – scrive - dalle strumentalizzazioni che, anche con cattiveria, sono state fatte della vicenda. Non ci si meraviglia e non si ha nulla da ridire sul trasformismo di personaggi allenati nel salto della quaglia, accolti opportunisticamente da partiti contrapposti, invece mi si accusa di aver cambiato casacca. La mia casacca è sempre la stessa: quella del centrodestra, oggi a trazione leghista, che professa gli stessi valori e le stesse idee per cui sono stato candidato ed eletto sindaco di Foggia. La mia decisione di abbracciare il progetto politico della Lega, dopo le delusioni sofferte in Forza Italia, semmai rafforza l’azione politica della coalizione che proprio in Puglia ha mostrato straordinaria maturità, grazie alla generosità di Salvini, nel ritrovarsi unita, compatta, per affrontare la sfida delle prossime elezioni regionali, laddove altri, nel centrosinistra, hanno mostrato vulnerabilità per l’incapacità di un progetto condiviso di governo. Quindi, chi oggi si adopera con cattiveria a cogliere la pagliuzza negli occhi con cui ho guardato, in maniera lungimirante, al progetto politico della Lega, funzionale alle strategie comuni del centrodestra, in realtà vuole distrarre l’attenzione dei cittadini dalla trave conficcata nei trasformismi e nei trasversalismi di cui si sono resi artefici gli altri partiti”.

SPETTACOLO VOLUTO. Le scuse, dunque, tanto invocate, sono arrivate. Ma possono bastare? A prescindere dal fatto che, nel suo consueto stile, Franco Landella non si limita a difendersi ma contrattacca, è difficile derubricare a semplice fraintendimento la messinscena andata in onda nel Palazzo Comunale. A partire proprio dalla sede scelta. Cosa c’entra la sala del Consiglio per una conferenza stampa del tutto ‘privata’? E cosa dire dell’effetto scenico, evidentemente preparato a tavolino, di sparire sul retro della sala e comparire con l’ospite gradito, Matteo Salvini? Il risultato è stato quello di far sentire l’ospite come se fosse a ‘casa sua’. Il Comune piegato a ‘Casa della Lega’. La netta impressione, insomma, è che all’incontro si sia voluto intenzionalmente dare un tenore istituzionale. E, in questo senso, le parole pronunciate dal sindaco assumono un significato tutt’altro che casuale. Non si è trattato di un lapsus ma di un concetto ripetuto più volte: "Sul campanile svetterà la bandiera della Lega"... e poi "Caro Matteo consegno questa Amministrazione nelle tue mani". Franco Landella si è scusato. Le proteste unanimi piovute su di lui unite al ‘fuoco amico’ guidato dall’ex sindaco Paolo Agostinacchio che gli ha chiesto pubblicamente un chiarimento, lo hanno convinto a farlo. In nessun passaggio, tuttavia, manifesta un pentimento per le frasi utilizzate. Le sue scuse, dunque, possono bastare? Se la reazione sarà la solita ‘snobbata’ soft la risposta evidentemente è sì e la città potrà continuare a sonnecchiare.

di Michele Gramazio


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