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Konrad riparte dal “Fuorisquadro”: live set del suo nuovo disco, “Aria”

Torna in città il cantante foggiano

“Scrivo cose che vivo”. Parola di Konrad Iarussi, o solo Konrad, com’è noto ormai nei circuiti musicali di nicchia, stando alla versione che dà di sé, e questo a poche settimane dall’uscita di “Aria”. È il titolo del nuovo disco del cantante foggiano, prodotto da Music Force e realizzato insieme con altri due compagni di viaggio: il chitarrista Piero Filoni e la vocalist Diana Rossi. Insieme, sono il “Collettivo Casuale”, attesi già venerdì 17 dicembre al Fuorisquadro per la prima di tre uscite foggiane – il 19 mattina saranno al Discobolo, il 9 gennaio da Anime Brille.

GALEOTTO FU IL PEZZO. “Facevamo concerti sul Gargano, più o meno negli stessi posti, alternandoci. Ci ascoltavamo a vicenda – racconta Konrad – fino a quando non ci siamo inviatati sul palco reciprocamente, da ospiti, trovando subito un buon affiatamento. Da lì è nata un’alchimia che abbiamo riscoperto durante l’inverno, quando stavo lavorando al disco, ma con un’altra band”. Galeotto fu il pezzo, in pratica, quel “Going Away” situato in posizione numero 6 nel lavoro discografico: “Ci siamo trovati talmente bene che ho lasciato la vecchia band e mi sono messo con loro”.

TANTI OSPITI. Loro sono Filoni e Rossi, il primo chitarrista e cantante itinerante da anni noto sul promontorio di Vieste, l’altra una folk-singer che, nelle parole di Konrad, “si intreccia perfettamente” con la sua voce. Ma “loro”, nel disco, sono anche tanti altri: dalla violinista di Zucchero, Zita Petho, passando per Gianni Colonna, Guido Paolo Longo, Dennis Destro (membro dell’altra band che ha curato la pre-produzione), Fabrizio Iarussi, Giuseppe Guerrieri dei Favonio e Dj Philo. Tutti ospiti chiamati ad arricchire le tracce firmate dal trio in questione.

L’ARIA CHE E’ MANCATA. Un lavoro decisamente diverso rispetto alle precedenti esperienze, a cominciare da “Luce”, pubblicato appena due anni prima e infarcito di rock e grunge, in questo non lontano dalle storiche annate con i Radiolondra – chi non ricorda i loro live foggiani nei primi anni ‘2000?. Undici tracce che, per atmosfera, possono essere sintetizzate nella prima, quella che dà il titolo all’intero album, “Aria”, e che rivendica il clima di “felice rassegnazione” vissuto da Konrad durante la composizione: “racchiude la nascita della mia seconda figlia, la libertà perduta durante la pandemia e un pensiero a quell’aria che è mancata a molti in questi brutti mesi”. Siamo nel cantautorale puro – sono suoi tutti i testi, del trio invece le musiche – soft, con cori e intrecci vocali che ammiccano più al folk e al pop-country – genere, quest’ultimo, che il cantante foggiano sta “studiando” con particolare interesse.

TREMA LA PIOGGIA. E se “Strade di luce” è “un omaggio a quello che ho fatto prima del Collettivo”, in riferimento alla band lasciata durante i lavori di pre-produzione, “L’io egemone”, traccia numero tre, è una rivisitazione di un brano che Konrad suonava già con i Radiolondra – “mi piace l’idea di fare una cover di un mio brano, a distanza di tanti anni”. Tra le canzoni più forti, infine, c’è “Trema la pioggia” che, ancora una volta, racconta una storia di vita vera: la possibilità di poter perdere ciò che il cantante foggiano ha di più grande, una delle sue figlie. Così importanti da aver ispirato, con i propri bellissimi nomi, gli ultimi due album da lui realizzati: “Luce” e, appunto, “Aria”.

di Redazione 


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