Niente musica, si sentono solo i botti: l'ordinanza flop, tra mancati controlli e sfide alla legalità
La scena si ripete quotidianamente: il tonfo, lo spavento, il fumo e gli antifurti che risuonano. Questo, quando va bene. Perchè quando va male, succede (com'è già successo) che una persona sia costretta ad andare al Pronto soccorso, colpito dalle schegge tra via Tugini e piazza Italia o che un'auto prenda fuoco, assieme a cassonetti dell'immondizia, e la zona resti senza elettricità e rete internet per ore (se non giorni). Effetti poco collaterali ma molto reali dei botti di Capodanno. Con buona pace di controlli e ordinanza commissariale. Perchè mai come quest'anno, sembra una sfida: meno bancarelle ma più botti e sempre più centrali.
LA SFIDA. Anche nella giornata del 24, la vigilia di Natale è apparsa molto meno blindata, almeno dal punto di vista dei fuochi pirotecnici: esplosioni e botti si sono infatti nitidamente avvertiti in pieno, pienissimo centro. E assieme a zone come piazza Padre Pio, viale Michelangelo o aree più periferiche dove è più consolidata la tradizione dei botti, ora la passione per i fuochi sembra essersi spostata anche nelle aree più centrali e frequentate della città. "Merito" anche di gruppi di giovani che animano da tempo le zone della movida in maniera borderline, come accade ormai da mesi in via Valentini Vista Franco. Assembramenti, acrobazie con gli scooter, lancio di bottiglie, con buona pace, anche in questo caso, delle forze dell'ordine che nei pochi interventi compiuti hanno badato più a spegnere i video dei cellulari che riprendevano piuttosto che interrompere le prodezze dei giovanissimi.
I CONTROLLI. E così, da giorni la stalla viene chiusa dopo che i buoi sono scappati: volanti che passano ma non riescono a cogliere nessuno in flagranza e si limitano a un intervento deterrente. In tutto questo, l'ordinanza anti botti sancisce il suo flop, perchè annunciare più controlli mirati senza avere le forze, è un segno di debolezza. E alimenta quella costante sfida ai margini della legalità, per ora vinta nettamente da coloro che hanno deciso di fare rumore. E fanno ancora più frastuono in una movida silenziosa, dove i locali non possono organizzare live e concerti vista l'ordinanza natalizia anti Covid, ma gli unici suoni concessi sono quelli di 'cipolle' e botti. Allora, che facciamo: aspettiamo la tragedia o interveniamo?
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