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Vigilia di Natale senza “buzz-buzz” e bottiglie volanti… E se fosse più bella?

Dalle polemiche sull’ordinanza emanata dalla Commissione

“È il giorno più bello dell’anno qui a Foggia”. “Una cafonata in cui si è perso il senso della Vigilia”. Vox populi, direbbero i latini. Sì, ma “quid populus?”. Già, perché a parlare sembrano due cittadinanze diverse, due popoli distinti e separati. Eppure, città e tema sono gli stessi: la Vigilia a Foggia ai tempi del covid, dopo l’ordinanza anti-assembramento emanata dalla Commissione Straordinaria.

NESSUN RIMPIANTO. Anzitutto una premessa: nessuno, di certo, rimpiange la Vigilia dello scorso anno. Locali chiusi, zona rossa, posti di blocco. Visite ai parenti contingentate come e più di una chiamata a sette e mezzo con un cinque scoperto sul tavolo da gioco – peraltro anch’esso vietato come qualsiasi riunione casalinga tra amici. Una stretta severissima dettata da un momento pandemico ben più compromesso rispetto a quello attuale, soprattutto in Italia e, in particolar modo, in Puglia. Già trovarsi nella condizione di poter polemizzare tra un’idea di Viglia e l’altra è, con i dovuti esercizi di pazienza, una sorta di privilegio.

“HANNO CANCELLATO LA VIGILIA”. Di fatto, come in tantissime regioni e città italiane, chi amministra ha emanato un provvedimento che vieta musica dal vivo e dj set in tutta la città e consumo di bevande alcoliche e cibo per strada, obbligando i foggiani a indossare la mascherina nelle zone più frequentate (LEGGI). In centro, soprattutto; ma anche fuori, compresa tutta quella “movida” periferica – via D’Addedda, Via De Petra, Via Gentile, Via Gramsci – che è stata raggiunta dal provvedimento, al pari di Piazza del Lago, Via Dante e compagnia. “Hanno cancellato la Vigilia”, ha detto qualcuno, avendo come punto di riferimento le ultime vigilie di landelliana memoria, quelle immediatamente prima della maledetta pandemia. Ma è davvero così?

DI QUALE VIGILIA PARLIAMO?. E soprattutto: siamo sicuri che le ultime vigilie fossero proprio le migliori? Perché la partita tra popoli, per dirla così, si gioca qui. È fuor di dubbio che negli ultimi dieci anni – praticamente dall’inizio della prima legislatura a guida Landella – la Vigilia a Foggia fosse diventata un evento attesissimo, addirittura appuntato sui calendari dei forestieri – c’era gente che veniva da altre regioni, è cosa comprovata. Ma siamo sicuri che si parli della stessa Vigilia? Quella in cui i vari momenti musicali erano organizzati dal Comune e v’erano persino dei pianoforti posizionati nelle strade del centro? Siamo sicuri che quell’iniziale e fresca intuizione di “Vigilia a Foggia” non si sia degradata in qualcosa d’altro? Non si sia anch’essa, al pari della parabola politica, cinicamente corrotta?

LA VIGILIA DI UNA RISSA. Vetri e immondizia ovunque, musica della peggiore specie (“buzz-buzz”, per chi non la condivide) sparata a tutto volume da qualsiasi esercizio commerciale, controlli azzerati da un’anarchia di regole che, in una città già poco avvezza a rispettarle, si trasformavano in confusione e addirittura in pericolo. Anche i “negazionisti” più acerrimi dovranno convenire: negli ultimi anni, ad una certa, la vigilia di Natale foggiana diventava la vigilia di una rissa. Anzi, di più risse, con conseguente intervento delle forze di polizia a rovinare – inevitabilmente – la festa a tutti, compresa quella maggioranza che voleva soltanto brindare in amicizia.

VUOI VEDERE CHE. Delle due voci di popolo, dunque, la verità probabilmente sta nel mezzo. E quel mezzo, forse, potrebbe essere proprio la Vigilia 2021. Già, perché nessuna ordinanza vieta di bere e mangiare nei locali, men che meno nelle “pertinenze” degli stessi, dunque nei metri di suolo pubblico di questo o quel locale, fuori, all’aperto. Gli aperitivi sono salvi, pettole e prosecco pure: si può fare tutto, a qualsiasi ora e dovunque, ma moderando spostamenti ed esagitazione. Mascherine indosso da un posto all’altro – ma perché c’è ancora qualcuno che ne contesta l’utilizzo tra la folla? – e per la musica, be’, basterà quella interna dei locali, unita al sano chiacchiericcio di un giorno di festa. Niente “rave” itineranti, bottiglie volanti e teste rotte. Vuoi vedere che ci divertiamo di più?

di Alessandro Galano


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