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Da Picasso a Warhol, da Haring a Burri: un bel pezzo di Novecento nello “scrigno” di Giuseppe Benvenuto

La mostra nella “Contemporanea Galleria d’Arte”

“Picasso, Fontana, Burri e il Novecento”. Basterebbe solo il titolo per rendere l’idea della qualità della mostra che, da poco meno di un mese, è possibile visitare alla “Contemporanea Galleria d’Arte” di Viale Michelangelo 65 (Foggia), curata dal gallerista Giuseppe Benvenuto – aperta fino al 26 gennaio.

L’HARLEQUIN DI PICASSO. Trenta pezzi in grado di sintetizzare un’importante fetta artistica del Novecento, con particolare attenzione nei confronti dei grandi maestri italiani della seconda metà del secolo scorso – non solo Burri e Fontana, anche Schifano, Pomodoro, Fioroni, Adami, Bonalumi e altri. Un viaggio intimo, esaltato ancorché limitato dai due unici ambienti che contraddistinguono gli spazi a disposizione del gallerista foggiano, aperto dalla litografia firmata del celeberrimo “Harlequin” di Pablo Picasso – esemplare n. 51 di 60, edizione limitata datata 1966 – in grado di racchiudere l’attenzione del maestro di Malaga nei confronti di quel mondo circense al centro della sua prima fase artistica.

LA DRUG QUEEN DI WHAROL. Da Picasso, poi, voltando appena lo sguardo ci si ritrova quasi ingoiati da una delle opere di maggiore impatto dell’intera mostra: “Ladies and Gentleman II” fa parte dell’omonima e fortunatissima serie realizzata da Andy Warhol e ritrae, in serigrafia, una drug queen di un famoso night club newyorchese. Il pezzo, in edizione limitata e numerata in originale, anche per via delle non trascurabili dimensioni attrae a sé lo spettatore, scaraventandolo nel provocatorio mondo dell’inventore della Pop Art. Abbandonate le star del cinema, infatti, in questa fase artistica Warhol decide di “divinizzare” il sottobosco umano che rappresenta il cuore pulsante della sua Factory, dando voce a modelli tradizionalmente ignorati in ambito artistico.

LA CHICCA DI KEITH HARING. Pop Art, dunque, la stessa corrente a cui si rivolge, almeno nella fase iniziale della sua luminosa parabola, il famoso Keith Haring, presente nella galleria di Giuseppe Benvenuto con un piccolo “Senza titolo” di rara bellezza. Pennarello su carta, nonostante le dimensioni l’opera è in grado di ritagliarsi uno spazio centrale nell’intera esposizione, grazie alla straordinaria concentrazione di temi cari all’artista americano morto di Aids nel 1990. Il lavoro, infatti, datato 1984, condensa le “invenzioni iconiche” che hanno fatto del suo graffitismo un vero e proprio marchio di fabbrica, nel cui tratto ricercatamente infantile è possibile cogliere tutta la sua genialità.

BURRI, FONTANA, DE CHIRICO, MAN RAY E ALTRI. Restando nella sala principale della galleria, si resta affascinati anche da diverse altre opere, dall’impattante “Museo di Capodimonte” di Alberto Burri (classico esempio del suo stile informale materico) al “Concetto spaziale” (una serigrafia con incisioni) di Lucio Fontana, passando, tra gli altri, per l’arte povera di Kounellis, un disegno di De Chirico e la “Superfice bianca” di Castellani, concludendo infine con un coloratissimo Man Ray.

LA PARETE DI ARNALDO POMODORO. Nella saletta conclusiva il clima di intimità è accresciuto dalla sovrabbondante presenza degli italiani, unica eccezione la “Femme espagnole” del 1960 di Pablo Picasso – altra litografia che, a differenza della prima, non può vantare la firma a mano del grande artista spagnolo. Da quest’altra parte, pertanto, a spiccare è la parete dedicata al grande Arnaldo Pomodoro: una serie di schizzi preparatori con tanto di appunti in cui si possono riconoscere le principali concrezioni del celebre artista. Sfere, piramidi e altre forme che hanno originato le sue sculture più famose e che, di fatto, concludono la mostra presente nella “Contemporanea Galleria d’Arte” di Giuseppe Benvenuto (aperta dal lunedì al sabato 10.30-13.00/16.30-20.30; info: artebenvenuto@gmail.com).

di Alessandro Galano


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