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Premio Strega Poesia, in dozzina c’è il foggiano Antonio Bux: “A rappresentare il mio Mezzogiorno con un libro sul Mezzogiorno”

Unico poeta del sud Italia selezionato

"Inizia in Capitanata e termina in Catalogna, con ritorno". È il breve commento di Antonio Bux al suo “Mappe senza una terra” (RP libri, 2023), raccolta di versi che, da venerdì 5 aprile, è entrata nella dozzina del Premio Strega sezione Poesia: a un passo, di fatto, dalla cinquina finalista del principale riconoscimento letterario italiano. Con tanto di sorpresa dello stesso scrittore che, sui social, sottolineando la “notizia davvero inaspettata”, scrive: “le gratificazioni dopo tanti bocconi amari arrivano, e io mi sento un uomo molto fortunato. Ora sono qui, a rappresentare non solo me stesso, ma tutti i miei fratelli e le mie sorelle, tutti i sognatori che partono dal nulla e col duro e serio lavoro riescono a realizzare i propri sogni. Sono qui a rappresentare il mio Mezzogiorno con un libro sul Mezzogiorno”.

PARLA FOGGIANO. L’autore foggiano è infatti l’unico pugliese, anzi l’unico scrittore del sud Italia inserito tra i dodici selezionati, a giocarsi tutto con un libro di poesie che, letteralmente, parla foggiano (persino con qualche squarcio dialettale). “Herdonia”, “Passo di Corvo”, “Occhi dal trabucco”, come pure “Fontana del Sele”, “Fuggi da Foggia”, sono solo alcuni dei titoli dei componimenti che fanno riscontro alla prima parte del libro – omogeneo, compattissimo, grazie a un andirivieni di rimandi che ne esaltano la circolarità – denominata, per l’appunto, “Saluti dalla colonia”. C’è Foggia qui, la Capitanata tutta, origine e luogo di partenza, terra natia e dell’infanzia, ceppo fisico di sradicamento che, dall’altra parte, trova comunione con una maturità artistica che si fa in Catalogna, a Barcellona, città d’elezione per il poeta – dove ha vissuto dal 2007 al 2015.

SPUNTI VISIONARI, METAFISICI. “Il tema è quello del viaggio, ma anche del paesaggio – specifica Bux – cui si aggiungono spunti visionari, metafisici”. E questi ultimi compaiono soprattutto in Catalunya, la terra cantata nella seconda parte della raccolta dal titolo “L’oppio di Barna”, in riferimento all’acronimo catalano con cui è nota Barcellona. “Parc Guell”, “Montjuic”, “Gran de Gràcia”, “Sagrada Familia”, “Barceloneta”: questi i titoli, questi i luoghi, emblematici della città catalana, ai quali si aggiungono – come nella prima parte – scenari provenienti dall’intera regione, quali “Tibidabo”, “Figueres”.

DA FOGGIA A BARCELLONA. Ma il libro di Bux non è una raccolta di cartoline, come interviene nella limpidissima prefazione all’opera Vicenç Llorca i Berrocal – prolifico poeta catalano, nonché scrittore e traduttore – quando parla di uno spazio che “si reinventa nel fluire dei versi e che si converte in un supporto riflessivo metafisico e di puro lirismo”. Le due parti del libro, i luoghi tutti, da Foggia a Barcellona, sono un tutt’uno credibile, lo diventano attraverso una conversazione di immagini – allucinazioni, apparizioni, illuminazioni – che rappresentano la cifra di questa raccolta – di questo viaggio – e ne esaltano le potenzialità poetiche.

SUD. Esemplificativa, in tal senso, la splendida “Torre Agbar” – un grattacielo “a punta” della parte più moderna di Barcellona – nella quale Matteo Salvatore, il cantatore di Apricena simbolo musicale del Tavoliere, compare al poeta con un’esortazione che sa di ritorno a casa: “Ho cantato per la pietra, e per te / Ma a te, fuggène, riesce l’azzurro?”. È solo uno dei fantasmi che aleggiano nell’opera – c’è anche Andrea Pazienza, il poeta Panero di cui è traduttore dallo spagnolo lo stesso Bux, persino Annibale – e che trovano casa nel viaggio dell’autore. Un poeta di qua, inteso non solo come Foggia, come Puglia. Ma come intero Sud, e questo grazie a una voce ormai riconosciuta, legittimata, acquisita. Una voce “nostra”, malgrado una certa amarezza forse propria di tutti i profeti e che porta lo stesso Bux a esprimere al meglio in un solo, affilatissimo verso: “Questo paese di cui vivo / non vive di me”.

di Alessandro Galano


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