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Tommaso Avati, figlio di Pupi, racconta “Il silenzio del mondo”

L’autore e sceneggiatore a Leggo Quindi Sono

“L’uomo ha iniziato a dover usare la lingua parlata quando ha cominciato a sentire il bisogno di mentire”: ecco la tesi. Di chi? Di Rosa, di Laura, di Francesca. Le tre donne non udenti protagoniste del romanzo di Tommaso Avati, figlio di Pupi, non udente anch’egli che, come ha detto, sa cosa vuol dire “vivere in un mondo ovattato e separato, distante e mai davvero raggiungibile dagli altri, persino dai tuoi cari”.

IN BIBLIOTECA E NELLE SCUOLE. È “Il silenzio del mondo” (Neri Pozza, 2022), penultimo libro previsto dal giro di incontri di Leggo Quindi Sono, premio Le giovani parole 2023: giovedì 30 marzo, ore 18, l’autore e sceneggiatore presenta il suo romanzo nella Biblioteca di Foggia. L’indomani, venerdì 31 marzo, incontra gli alunni del “P. Giannone” di San Marco in Lamis (ore 8.30, alla presenza di una delegazione di studenti del “P. Giordani” di Monte Sant’Angelo) e quelli dell’Olivetti di Orta Nova (ore 11). La manifestazione è organizzata da libreria Ubik e La Magna Capitana, con il sostegno della Fondazione Monti Uniti.

NON UDENTI. Questo romanzo narra una saga familiare che si svolge in un periodo di tempo che va dall’avvento del fascismo fino ai giorni nostri. È la storia di tre donne: nonna, madre e figlia, tutte non udenti. Rosa viene dal tempo antico e contadino. Impara una lingua simile a quel che vede e tocca: forte e sanguigna. Quella lingua è come una madre, se la porta con sé fino alla fine, e per essa si scontra col mondo civilizzato che non la capisce, e che lei non può comprendere. Da Rosa nasce Laura, che cresce nella grande città, conosce la lingua della gente, la governa, la padroneggia. Ma quella lingua che tutti parlano in realtà non le appartiene. Riconoscerlo è doloroso, richiede fatica, ci vuole coraggio.

LA DIVERSITA’. Una volta accettata la verità, sarà difficile tornare indietro. E da Laura nasce Francesca che è il prodotto dell’oggi. Parla la lingua di tutti, usa codici sofisticati, alternativi, evoluti. Ma Francesca sospetta che non bastino, lo capisce poco alla volta mentre l’ansia del mondo lentamente la assale. “Il silenzio del mondo” è un romanzo sulla diversità dell’essere sordi, sul linguaggio, sul dolore del comunicare. Un libro dove i gesti sostituiscono le parole, dove l’ascolto è qualcosa che va inventato nuovamente, ogni giorno. Ma è anche un romanzo che l’autore ha cucito per sé.

VINCITORE NASTRO D’ARGENTO. Tommaso Avati si è sempre diviso tra cinema e letteratura. Nel 2014 ha vinto il Montreal World Film Festival per la miglior sceneggiatura per Il ragazzo d’oro. Nel 2020 ha vinto il Nastro d’argento al miglior soggetto per il film Il signor Diavolo. Ha scritto due romanzi, Ogni città ha le sue nuvole (2017) e Quasi tre (2018). Vive a Roma.

di Redazione 


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